Occupazione donna in calo, cresce solo nella ristorazione a domicilio

Coffee shop owner posting the new cafeteria breakfast deals on the social media using her digital tablet.

Oltre 500 ristoranti partner di Just Eat (app leader per ordinare online cibo a domicilio) sono gestiti da donne. Il 44% gestisce direttamente il ristorante e il 73% compone lo staff. Il food delivery continua a crescere, generando impatti positivi sul business, come per oltre il 50% delle donne che guidano i ristoranti di cibo a domicilio per le quali è diventato un servizio essenziale per il mantenimento dell’attività, soprattutto nel contesto critico generato dall’emergenza. Lo rivela un osservatorio svolto a febbraio 2021 da Just Eat su un campione di oltre 500 RP Just Eat in tutta Italia.


Dal bilancio del mondo del lavoro a fine 2020 emerge che le donne sono state le più colpite dalla pandemia – 312mila in meno occupate in un solo anno, soprattutto tra quelle autonome (fonte Istat) – mentre tra i settori più impattati figura la ristorazione, dove le donne rappresentano oltre il 50% del totale. In questo contesto critico, il food delivery si inserisce come leva di business strategica non solo per aiutare i ristoranti a usare il digitale per continuare la propria attività, ma anche come tendenza sempre più in crescita tra le donne che desiderano lavorare nel settore in Italia, tanto che oltre il 56% delle donne ne conferma l’impatto positivo sul business e il 99% afferma che continuerà a utilizzarlo anche in futuro.

Secondo l’osservatorio Just Eat, nei ristoranti partner guidati da donne, il processo di empowerment femminile si traduce anche nella composizione dello staff che conta un massimo di cinque persone (62%) e ha una donna al suo interno (73%) nel ruolo di cuoca, chef o altre professioni necessarie in un ristorante. Come sempre, lungo la Penisola ci sono differenze, come a Napoli dove le donne gestiscono solo il locale (36%) con una fascia di età più giovane (25-34 anni). Le donne cuoche o chef sono solo il 6%, una percentuale che però tende a crescere nelle città di Genova (11%) e Napoli (14%).

La scelta di intraprendere un percorso nella ristorazione aprendo un locale di proprietà nasce soprattutto dalla volontà di far scoprire alle persone qualcosa di buono e sempre nuovo (36%),da una passione trasformata in lavoro (34%) o da una tradizione di famiglia passata di generazione in generazione (16%).Andando invece a indagare gli aspetti più amati di questo lavoro, spicca la relazione con i clienti (42%), seguita dall’organizzazione del lavoro (26%),dalla possibilità si essere creative con i piatti (16%) e dalla gestione dello staff e della cucina (8%). Tendenzialmente questi ristoranti sono a conduzione famigliare (51%) e offrono cucine tradizionali (36%) e fast food (24%), proponendo pizza (51%), hamburger (13%), giapponese (6%) e italiano (5%).

Il 28% delle imprenditrici del food delivery è attiva da 4-10 anni, il 40% ha aperto negli ultimi 3 anni, mentre il 25% vanta un’esperienza ultradecennale nel ruolo.  Il 65% delle proprietarie o gestrici ha uno o più figli, un aspetto che conferma l’importanza di bilanciare vita privata e professionale,senza dover rinunciare alla passione per il lavoro e al tempo da dedicare alla famiglia. E il 74% mostra una spiccata attenzione alla sostenibilità e all’impatto ambientale grazie all’utilizzo di pack sostenibili per le consegne su cui il food delivery sta investendo.

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