Pandemia, ambiente e spreco alimentare: i dati ed un talk dedicato

L’Emilia Romagna è probabilmente la regione più virtuosa nella rigenerazione degli avanzi: 1 cittadino su 2 (54%) adotta questa pratica reimpiegando il cibo rimasto dal pasto precedente e “solo” il 53% dei cittadini è vittima della cibo finito oltre scadenza, il 10% in meno del dato nazionale.

Lo spreco alimentare è giudicato una vera emergenza da 6 cittadini su 10 emiliano-romagnoli (dati Waste Watcher 2019). Questa sensibilità intorno al valore del cibo e alla prevenzione del suo spreco è certamente il portato di una solida tradizione culturale, così come di una vocazione alla sostenibilità ambientale ed alimentare che ha espresso, proprio a Bologna, eccellenze italiane e internazionali come lo spin off universitario, oggi impresa social, Last Minute Market, la campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero e l’Osservatorio Waste Watcher, nato nel 2013 in seno all’Università di Bologna per iniziativa dell’agroeconomista e accademico Andrea Segrè, oggi riferimento nazionale per il monitoraggio dello spreco alimentare e delle abitudini di acquisto, gestione e fruizione del cibo da parte degli italiani.

Ai dati dell’indagine 2021 monitorati in occasione dell’8^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, all’impatto della pandemia sul tema spreco e alla dimensione globale avviata da Waste Watcher International Observatory in vista degli Obiettivi di sostenibilità 2030 è dedicato il Talk digitale promosso dalla Fondazione Forense Bolognese, in programma mercoledì 10 marzo, dalle 17.30, sul tema “Pandemia, ambiente, spreco alimentare in Italia e nel mondo”.

Sarà l’occasione per spaziare dallo spreco alimentare alla recentissima e organica proposta di un capitolo “Recovery Food” nell’ambito del Recovery Fund nazionale, avanzata dal fondatore della campagna Spreco Zero Andrea Segrè. Quindi per indagare come le indagini socio-statistiche di Osservatori come Waste Watcher possano incidere anche sull’evoluzione dell’impianto normativo di settore, in direzione dello sviluppo sostenibile. I dati di Waste Watcher International Observatory saranno illustrati da Andrea Segrè, presidente Last Minute Market e direttore scientifico Waste Watcher, con il direttore scientifico Ipsos Enzo Risso e con i docenti dell’Università di Bologna Luca Falasconi, coordinatore Rapporto WWI “Il caso Italia”, e Matteo Vittuari, coordinatore Rapporto WWI “Orizzonte internazionale”. Il panel sarà introdotto dagli avvocati Stefano Dalla Verità, Direttore Fondazione Forense Bolognese, Avvocato in Bologna, e Antonio de Capoa. Le conclusioni saranno a cura di Gian Luca Galletti, vice Presidente Emil Banca, Presidente del comitato consigliare per la sostenibilità di Emil Banca e già Ministro dell’Ambiente. L’evento si terrà su piattaforma Gotowebinar e il link di collegamento, accessibile a tutti gli interessati, sarà comunicato a mezzo posta elettronica facendone richiesta alla mail fondazioneforensebo@libero.it entro il 9 marzo 2021. Prevista l’assegnazione di 2 crediti ECM per gli iscritti all’Ordine Avvocati.

Il patto degli italiani col cibo è probabilmente una delle conquiste più significative del lockdown della primavera 2020 e dei lunghi mesi invernali di distanziamento. Si spreca ancora, ma decisamente meno, visto che nel 2020 gli italiani hanno sprecato solo 27 kg di cibo a testa (529 grammi a settimana), l’11,78% in meno (3,6 kg) rispetto al 2019. Vale 6 miliardi e 403 milioni € lo spreco alimentare domestico nazionale, e sfiora il costo di 10 miliardi € l’intera filiera dello spreco del cibo in Italia, sommando le perdite in campo e lo spreco nel commercio e distribuzione. Soprattutto, c’è una netta consapevolezza sull’importanza di investire qualche euro in più per la qualità: questo l’orientamento di 1 italiano su 3 (il 33% degli intervistati), mentre il 60% ha un atteggiamento pragmatico: si ricerca il miglior rapporto costo/qualità. Pochissimi (meno del 5%) vanno sistematicamente in cerca del ribasso. Lo sguardo di Waste Watcher International Observatory (fonte: Ipsos Global Advisor, Earth Day 2020) si è focalizzato sugli scenari globali del pianeta, nell’anno della pandemia: a un campione statistico transnazionale si è chiesto se, a lungo termine, il cambiamento climatico potrà diventare una crisi grave quanto il covid-19. Ed è appunto questa l’opinione di larga parte dei cittadini di Cina, india e Messico (81/84%), mentre l’Italia si posiziona appena dietro: fra il 71 e l’80% degli intervistati concorda con questa previsione, denotando una reale preoccupazione per il surriscaldamento del pianeta.

Ma quanto siamo realmente disposti a impegnarci sul tema clima – riscaldamento globale? “In futuro ci saranno più persone disposte a lottare per i cambiamenti climatici per proteggere l’ambiente”, questa l’opinione di 7 cittadini su 10 in Cina e India, e del 60/70% degli intervistati in Messico e Brasile. Il mondo, in media come la pensa? 1 cittadino su 2 concorda con questa previsione, l’Italia è lievemente sotto la media con il 40%50% insieme a Russia, Stati Uniti, Canada, gran Bretagna e Australia. Più pessimisti i cittadini tedeschi e giapponesi: meno di 4 cittadini su 10 prevedono un impegno futuro del mondo sul tema clima. Degli Stati Uniti si è molto parlato in rapporto agli Accordi di Parigi sul clima: ma i cittadini come la pensano in tema spreco? Sette su 10 confessano i loro sensi di colpa quando si ritrovano a gettare frutta e verdura, il 64% quando getta la carne e 57% quando getta gli avanzi. E ancora: il 55% acquista cibo solo quando serve senza spese eccedenti, uno su 2 ricorre a contenitori riutilizzabili per allungare la vita del cibo e il 37% ricorre al congelamento del cibo cucinato in eccesso.

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