Stop all’aceto balsamico sloveno

L’inaccettabile scippo del nome “aceto balsamico” da parte della Slovenia mette a rischio un miliardo di euro di valore al consumo e rappresenta un attacco all’intero sistema del Made in Italy di qualità. E’ quanto denuncia la Coldiretti nel chiedere alla Commissione Europea di rigettare la richiesta del Paese slavo dopo la decisione di ritardare di tre mesi l’istruttoria. Contro la scelta del Governo sloveno di varare una norma con la quale qualsiasi miscela di aceto di vino con mosto concentrato si potrà chiamare, e vendere, come “aceto balsamico” si sono espressi il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e OriGIn, l’organizzazione internazionale delle indicazioni geografiche di cui la Coldiretti fa parte. L’iniziativa slovena rischia anche di andare a ingrossare il mercato internazionale del falso che fattura già oltre 100 miliardi di euro miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che, secondo un’analisi Coldiretti e Filiera Italia, si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. La manovra slovena sull’aceto balsamico rischia dunque di diventare un precedente pericoloso contro il quale occorre – sottolinea Coldiretti – attivarsi immediatamente a livello comunitario per garantire la difesa di uno dei prodotti simbolo del Made in Italy. Sono riconosciuti e tutelati dall’Unione Europea l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, l’Aceto Balsamico di Modena Igp (Indicazione Geografica Protetta) e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Dop. Si tratta – conclude la Coldiretti – di prodotti ottenuti nel rispetto di specifici disciplinari di produzione trasmessi nel tempo da generazioni che devono essere protetti nei confronti delle imitazioni low cost che non hanno nulla a che vedere con i prodotti originali.

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