Sempre più dop il valore del vino italiano nel Rapporto Ismea – Qualivita 2020 l’indagine annuale che analizza i valori economici e produttivi della qualità delle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane DOP IGP STG.
Nel 2019 la produzione di vino IG certificata supera la soglia dei 25 milioni di ettolitri, risultato di tendenze opposte tra le DOP che si attestano oltre la quota 17 milioni di ettolitri (+6,2%) e le IGP ferme a 7,6 milioni di ettolitri (-1%). Si tratta di una tendenza già evidente nel passato che tende a spostare il baricentro della produzione verso i vini DOP attraverso il riconoscimento di nuove denominazioni importanti come il delle Venezie. Il valore della produzione 2019 di vini a IG sfusa è di circa 3,5 miliardi di euro (-5%) in calo in conseguenza dell’offerta abbondante che ha determinato una riduzione dei valori medi. Considerando la fase successiva di imbottigliamento, si conferma un incremento del volume imbottigliato prodotto (+4%) ma una differente dinamica dei prezzi consente a questa fase di raggiungere un incremento anche in valore (+2,9%), raggiungendo così i 9,23 miliardi di euro. Di questi, 7,6 miliardi sono rappresentati da vini DOP, che ricoprono un peso economico pari all’82% del vino IG nel suo complesso. Nel segmento delle IGP si registra un calo sia per gli imbottigliamenti che per l’export di sfuso.
REGIONI ITALIANE
Se consideriamo le produzioni delle singole regioni, il Veneto si conferma leader indiscusso con 53 vini certificati che generano complessivamente un valore alla produzione di 3,5 miliardi di euro (valore ex fabrica vino imbottigliato) per un contributo del 38% al valore complessivo del comparto. Toscana e Piemonte sono le altre due regioni italiane che contano più di 50 produzioni certificate, in grado di generare un fatturato alla produzione vicino al miliardo di euro. Delle prime cinque regioni per valore, tre sono del Nord-Est: oltre al Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige in quarta e quinta posizione. Segue la Sicilia, prima regione del Sud-Italia per valore economico del vino DOP IGP.
ESPORTAZIONE
Nel Rapporto Ismea – Qualivita 2020 è sempre eccellente la performance delle IG italiane sui mercati esteri. Le esportazioni raggiungono i 15,5 milioni di ettolitri per un incremento del +6% sull’anno precedente e anche qui si registra l’andamento opposto tra DOP (10,22 milioni di ettolitri per una crescita del +11%) rispetto alle IGP (poco più di 5 milioni di ettolitri con un calo del -4%). Crescita anche in termini di valore per l’export dei vini a Indicazione Geografica, salito a 5,65 miliardi di euro (+4%) su un totale di 6,43 miliardi di euro (+3%) dell’export vitivinicolo italiano nel suo complesso.
Se consideriamo i dati Ismea aggiornati, le cifre di giugno 2020 avevano in qualche modo attenuato le perdite di aprile e maggio, mentre in agosto e settembre è tornata ad affacciarsi qualche perplessità. Il dato puntuale del mese di settembre 2020, ha registrato volumi esportati un po’ inferiori a quelli dello stesso periodo del 2019, con una flessione anche del valore. Nel complesso da gennaio a settembre 2020 i volumi esportati sono del 2,6% inferiori a quello dell’anno precedente, mentre in valore la perdita è del 3,4%. Tra le destinazioni, l’Ue e i Paesi extra Ue fanno registrare battute d’arresto sostanzialmente simili, mentre in valore le perdite sono state dell’1% entro i confini comunitari, mentre è del -5% nei Paesi Terzi. Al di là del dato puntuale dei due mesi “epicentro” della crisi sanitaria, a preoccupare gli operatori sono i dati mondiali del commercio con l’estero che già da marzo avevano registrato una decisa battuta d’arresto del valore che è si è consolidata dal secondo trimestre nei principali Paesi importatori ad eccezione di Canada e Svizzera che hanno aumentato (secondo dati IHS Markit) la propria domanda in volume rispettivamente del 5 e 4 per cento, a fronte però di cali in valore seppur limitati. Gli Usa, paese particolarmente importante per l’export italiano, nei primi nove mesi dell’anno ha ridotto le proprie importazioni totali dell’1% in volume con una spesa, espressa in euro, ridotta dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Fonte: Ismea