“Il progetto “Cinegustologia®” è nato nel 2008 con un laboratorio sperimentale che ho tenuto presso l’Università di Scienze Gastronomiche a Pollenzo, è diventato libro l’anno successivo, dopo è stato declinato in moltissimi festival cinematografici/enogastronomici e in eventi/cene presso vari ristoranti sparsi in tutta Italia, dopo ancora è stato inserito come materia di studio universitaria: in Sapienza e al Suor Orsola Benincasa. Dal 31 agosto è un programma televisivo in onda su Gambero Rosso Channel, Come ti cucino un film, infine un saggio scritto insieme ad alcuni colleghi di Sapienza, “La Cinegustologia e il Media Entertainment”, che si è appena classificata al primo posto, fra le proposte italiane, nella sezione D04 “Food writing” del Gormand Award (la finale si terrà a Parigi il 5 giugno 2021).”
Il programma su Gambero Rosso Channel
Sono queste le parole con cui Marco Lombardi, l’inventore della Cinegustologia, un metodo che permette a chiunque di riuscire ad individuare il tipo di associazione tra cinema ed enogastronomia che meglio si addice alla propria persona, ci presenta questo progetto e la sua ultima pubblicazione.
“La cinegustologia e il media entertainment” è il saggio con cui Lombardi, attraverso tre tipologie di associazioni cinegustologiche, prova a far emergere lo stravolgimento a cui oggigiorno si assiste nella maniera di percepire e di sentire. All’interno della sua pubblicazione, l’autore mette in risalto l’esistenza di associazioni tra movimenti artistici e piatti di determinati chef, generi cinematografici e vitigni, filmografia di vari registi e coacervo di odori.
Alla domanda “In che modo riesce ad associare dei piatti e dei vini ai movimenti artistici, ai generi cinematografici e a quei registi che, in quanto autori, rifuggono le categorie?” Lombardi ha risposto:
“Lo facciamo tutti, istintivamente, per raccontare il cinema in maniera più personale: diciamo che un film drammatico è amaro, crudo e pungente, mentre definiamo una commedia romantica come dolce, tenera e con un profumo speziato. Seguendo questo pensiero, dunque, possiamo sostenere che assaggiare un carpaccio di carne, condito con un olio amaro e della rucola, diventa un modo per “assaggiare” un film drammatico, mentre attraverso una torta alla cannella possiamo “degustare” una commedia romantica. E’ questa la Cinegustologia®, un libero metodo associativo che ci consente di raccontare in modo soggettivo le emozioni indotte da un film, rifuggendo le gabbie dei linguaggi che – utilizzando delle categorie: la regia, le interpretazioni, le musiche, la sceneggiatura, la fotografia – mettono fuori campo la nostra pancia emotiva.”
Altro tema di grande rilievo all’interno del saggio è la definizione dei prodotti gastronomici come artistici, definizione che porta inevitabilmente ad estendere i campi di interesse dell’arte intesa in maniera tradizionale. A tal riguardo, Lombardi ha dichiarato:
“Come non tutti i film sono opere d’arte, lo stesso può dirsi dell’enogastronomia, che però ha, come il cinema, un potenziale artistico in quanto può farci sentire la bellezza del creato coinvolgendo tutti e 5 i sensi, cosa che nessun altro prodotto artistico riesce fare. Ma attenzione: artistico può essere tanto un piatto di Riccardo Camanini o Don Alfonso, quanto una genovese realizzata in famiglia… “
Il testo si conclude sottolineando l’importanza che Lombardi attribuisce al cibo all’interno dei film, con il fine ultimo di rivendicare il ruolo cinegustologico di ciascuna bevanda o piatto.
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IL DIVORALIBRI
a cura di Federica Visco
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