1,4 miliardi di ettari destinati a produrre cibo inutilizzato

in foto, Maurizio Martina, Vice Direttore Generale FAO

In occasione della 9° Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, a Roma nello Spazio Europa – sede di Rappresentanza Permanente della Commissione Europea si è parlato di prevenzione e riduzione degli sprechi come elemento chiave a presidio della salute dell’uomo e dell’ambiente: sono intervenuti il fondatore della giornata, l’accademico e agroeconomista Andrea Segrè, la Vice Ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Marina Sereni, il Sottosegretario al Ministero della Transizione Ecologica Vannia Gava, il Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea Antonio Parenti, il vicedirettore FAO Maurizio Martina. Riportiamo di seguito le dichiarazioni dei protagonisti dell’incontro.

Per Marina Sereni, Viceministra Affari Esteri e della Cooperazione internazionale: «Lo spreco alimentare è uno dei temi fondamentali quando affrontiamo la sfida della sicurezza alimentare e per questo sono particolarmente grata al Prof. Segré per la continuità che ha voluto dare ad un impegno che, declinato in diverse iniziative, sta suscitando la diffusa e consapevole attenzione di diversi attori, istituzionali e non, attivi in questo ambito. Sono anche orgogliosa che all’Italia si guardi come ad un modello virtuoso e vincente di diplomazia alimentare nel quale le nostre consolidate tradizioni culturali e scientifiche sintetizzano la vocazione nazionale a sistemi alimentari sostenibili e salutari. E la lotta allo spreco che l’Italia compie in casa propria ci rende ancora più credibili e ci facilita nell’essere protagonisti di una strada di cooperazione su scala internazionale che per l’azione della Farnesina continuerà nei prossimi mesi e nei prossimi anni».

Secondo Antonio Parenti, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea: «Dopo un trend pluriannuale di riduzione dello spreco alimentare, l’ultimo report di Waste Watcher purtroppo registra un “ritorno alla normalità” sul fronte degli sprechi. L’Italia rimane comunque un Paese virtuoso se comparato alle cifre del mondo sviluppato. Dobbiamo comunque mantenere l’attenzione alta e sforzarci sia a livello individuale sia istituzionale per minimizzare gli sprechi. La Commissione Europea rimane in prima linea nella lotta contro lo spreco alimentare, e la piattaforma europea sullo spreco alimentare già nel 2019 ha prodotto importanti raccomandazioni. Unita alle iniziative del Green Deal e alla promozione di un’economia circolare, la Commissione Europea continua a sostenere una visione integrata in linea con l’agenda di “One Health, One Earth” promossa oggi».

Vannia Gava, Sottosegretario alla Transizione Energetica, sostiene: «L’Italia, malgrado un piccolo rialzo del 15% nello spreco alimentare pro capite (dati Waste Watcher 2022), resta il Paese più virtuoso a livello mondiale: eppure non basta. E’ il mio convincimento, ma anche l’opinione di 8 italiani su 10, che valutano ‘immorale’ lo spreco del cibo: uno sperpero che implica anche lo spreco di risorse idriche ed energetiche, e il consumo di suolo. Dobbiamo puntare allo spreco zero, coinvolgendo tutti gli attori della filiera: dal Governo alle Amministrazioni locali, dalle associazioni di cittadini alle imprese. Il biennio pandemico, con le nuove povertà – anche alimentari – e l’aumento del ‘food divide’ richiede la mobilitazione di noi tutti per accelerare l’impegno per la prevenzione e riduzione degli sprechi».

Maurizio Martina, Vice Direttore Generale FAO, ha concluso dicendo: «Ogni anno nel mondo si sprecano mediamente quasi 74 chili di cibo a testa, più del peso medio di una persona. A livello mondiale, il totale degli sprechi alimentari è uguale a quello di 23 milioni di camion da 40 tonnellate a pieno carico che, allineati insieme, possono fare il giro della terra per ben sette volte. Quasi 1,4 miliardi di ettari di superficie agricola mondiale vengono usati per produrre cibo che poi non viene utilizzato. Tutto questo, mentre oltre 800 milioni di persone vivono nell’emergenza alimentare. Sono numeri impressionanti che devono farci riflettere ma soprattuto spingerci a reagire. Molto importante, in questo senso, il lavoro costante di monitoraggio svolto dalla FAO per quantificare la perdita e lo spreco di cibo e fornire assistenza ai paesi che si adoperano per contrastarli».

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