Condivisione e speranza nelle Compagnie di Impresa Persona Agroalimentare

Camillo Gardini, presidente di Impresa Persona Agroalimentare

Ogni due settimane ci si ritrova su Zoom. Spesso e volentieri l’incontro è programmato all’alba, perché poi, dopo un confronto di un’ora, ognuno si deve recare al proprio impiego: chi in campo, chi in magazzino, chi in ufficio. Perché nelle Compagnie – così sono chiamati questi gruppi nati in seno all’Associazione Impresa Persona Agroalimentare (IPA) – il produttore agricolo e il direttore generale, l’imprenditore e il manager, si trovano fianco a fianco e condividono un’esperienza vera, uno sguardo sulla realtà presente e sul futuro. Un percorso evolutivo di una rete di relazioni che trae ispirazione dal monachesimo e dalla regola benedettina e che in occasione del Meeting 2023 è sbocciato nella mostra “Il Gusto del quotidiano. Lavoro e compimento di sé da San Benedetto a oggi”, visitata da oltre 18.000 persone (qui il video catalogo).

Le Compagnie di Impresa Persona Agroalimentare oggi sono una trentina, dalla Sicilia alla Lombardia, e aggregano oltre 300 persone che si conoscono, si frequentano e condividono idee ed esperienze in questi appuntamenti quindicinali, che hanno sempre lo stesso ordine del giorno: racconta un fatto del tuo lavoro e come questo ti ha cambiato. Molti partecipanti alle Compagnie si sono incontrate al Forum Impresa Persona Agroalimentare (già Forum CDO Agroalimentare) al Palace Hotel di Milano Marittima (Ravenna) il 26 e il 27 gennaio 2024. “Solo tu puoi farcela. Ma non da solo – Gestire le sfide nell’agroalimentare con approcci innovativi”, questo il titolo della ventunesima edizione del Forum, la prima con il nuovo nome associativo Impresa Persona Agroalimentare, ma organizzata sempre dal gruppo di amici che, a partire dal 1998, ha dato vita a una rete di rapporti che oggi coinvolge oltre 3000 operatori del settore agroalimentare in tutto il territorio nazionale.

“Le Compagnie vedono, proprio come nel monastero, un responsabile che ha il compito di vivere in prima persona la regola. Lo sguardo, l’approccio di ognuno dei partecipanti nell’affrontare la realtà è il tema al centro degli incontri – commenta Camillo Gardini, presidente dell’Associazione Impresa Persona Agroalimentare –, così che l’esperienza quotidiana possa diventare ‘eroica’ nello svolgimento dei compiti che sono chiesti, e al tempo stesso l’eroico diventi quotidiano, cioè sia possibile vivere in maniera straordinaria quel che si è chiamati a fare, anche partendo dalle cose più semplici e banali. Per arrivare a questa posizione umana anche lavorando in un settore come quello agroalimentare, è necessario essere educati a guardare e affrontare la realtà in un certo modo, e questo è il vero valore che mettiamo a disposizione.  Esperienza vera e amicizia vera: l’abbiamo proposta a tutti durante il Meeting e per il settore agroalimentare durante il Forum. Per lavorare c’è bisogno di conoscenza, condivisione e speranza, anche per affrontare i tanti ambiti di cambiamento che stanno impattando sul settore agroalimentare”.

Sfide che vanno dalla transizione energetica a quella green, dalle nuove normative comunitarie a mercati sempre più imprevedibili: di luoghi come le Compagnie e il Forum se ne trovano sempre meno, ma sono un tentativo di risposta anche a questioni cruciali come il ricambio generazionale.

“Diffondere conoscenza e speranza attraverso testimonianze, questa è la motivazione che ci ha portato a organizzare il primo Forum e che oggi ci sta ancora guidando nella ventunesima edizione. Un luogo dove invitare gli amici, dove fare un’esperienza vera. L’ultima mostra al Meeting è stata importante per noi che l’abbiamo organizzata e per i tanti che l’hanno visitata: sono anche nate diverse nuove Compagnie, andando oltre all’agroalimentare e aggregando anche ingegneri, insegnanti, infermieri… Così dal settore agroalimentare si è originato un modello da replicare in altri contesti – conclude Gardini – Un chiaro segnale di come gli insegnamenti del monachesimo benedettino siano ancora attuali: d’altronde un monastero ha una vita media di 500 anni, mentre una startup spesso vive pochi anni solo per cavalcare un trend. Questo ci deve fare riflettere su cosa sia la vera leadership, su quale sia il significato oggi di fare impresa”.

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