Tavolo agroindustria: le organizzazioni di categoria esprimono soddisfazione

Le maggiori organizzazioni di categoria esprimono soddisfazione dopo il primo incontro di ieri del Tavolo sull’Agroindustria istituito presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, la cabina di regia vedrà impegnati i ministri Adolfo Urso e Francesco Lollobrigida, insieme alle associazioni datoriali e ai sindacati, nella elaborazione di una strategia condivisa da tutta la filiera del cibo italiana. 

Per la Confagricoltura la collaborazione tra politica e filiera agroalimentare sostenuta da finanziamenti adeguati ed erogati con procedure burocratiche snelle, sono i due presupposti fondamentali per dare impulso ad una agricoltura che sia produttiva, competitiva e sostenibile. 

Per Cia è di grande importanza la creazione di una regia interministeriale che orchestri una strategia comune tra agricoltura e industria, i due assi portanti della filiera del cibo nazionale. Per Cia, dopo il risultato storico del 2022 (60,7 miliardi), la collaborazione fra Governo e filiera è necessaria per rilanciare e dare ancora maggior sostegno all’export agroalimentare, consolidando sempre di più il modello del Made in Italy. Per fare questo bisogna investire sulla qualità della materia prima -alla base del successo internazionale delle nostre eccellenze- oltre a incrementare l’aggregazione produttiva tramite gli accordi di filiera e le organizzazioni interprofessionali. Altri due presupposti fondamentali, secondo Cia, sono gli accordi commerciali bilaterali virtuosi per il libero scambio come il Ceta, e un piano di comunicazione a sostegno dell’agroindustria, per diffondere una corretta informazione e combattere il proliferare di fake news sia a livello nazionale che europeo.

Flai Cgil, dichiara infine, per voce del suo segretario generale Giovanni Mininni: “Bene l’insediamento di un tavolo sull’agroalimentare, che vede la partecipazione di tutti i soggetti attivi della filiera. L’integrazione tra i due ministeri, e in futuro la partecipazione di altri dicasteri a tavoli che riguarderanno i temi della filiera agroalimentare – aggiunge – è una scelta positiva perché coinvolge tutti i ministeri che incidono nelle politiche agroalimentari, e realizza un coordinamento tra di loro”. “Abbiamo chiesto un maggiore coordinamento tra settore primario, industria, logistica, trasporti e la grande distribuzione, che possa essere utile allo sviluppo della filiera agroalimentare – spiega Mininni –  Abbiamo chiesto che ci sia una maggiore distribuzione del valore prodotto nella filiera, che spesso si traduce a discapito del reddito agricolo e dei lavoratori. Intervenire in questo senso significa anche rafforzare il contrasto allo sfruttamento e al caporalato, affinché venga valorizzato e difeso il lavoro. Bisogna anche contrastare le agromafie, che si infiltrano sempre di più in un comparto che produce valori aggiunti. Caporalato e sfruttamento in questo modello di sviluppo passano anche dall’agricoltura a settori come la logistica e altre filiere, che sono esposte alla catena infinita degli appalti e alla ricerca di salari bassi”. “Questo non è un modello di sviluppo compatibile con quello di un agroalimentare che punta sulla qualità e sulla sostenibilità sociale e ambientale, che si è candidato negli ultimi anni ad essere il traino dell’export nel nostro paese – sottolinea il segretario generale della Flai Cgil – Abbiamo chiesto al governo di sostenere un piano straordinario di formazione per i lavoratori dell’agroindustria, che con l’avvento della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale potranno essere esposti a espulsioni dai processi produttivi, in quanto non preparati a confrontarsi con il salto tecnologico. “Infine abbiamo apprezzato le dichiarazioni del ministro Lollobrigida, che sono tese a garantire per l’Italia cibo buono per tutti – conclude Mininni – perché in una fase come quella attuale, dove i redditi sono esposti ad un’alta inflazione, si rischia che il cibo buono diventi appannaggio solo delle classi ricche, agiate del nostro paese. E chi soffre la crisi deve invece accontentarsi di cibo di qualità inferiore. Questo problema mette in evidenza come sia assolutamente necessario che il governo, così come abbiamo chiesto anche stamattina, metta urgentemente al centro della sua azione il rafforzamento dei salari dei lavoratori attraverso la delega fiscale e riforme che possano contrastare l’inflazione. Il problema non può essere risolto solo con i rinnovi contrattuali che abbiamo alle porte. Insediato il tavolo, adesso aspettiamo politiche industriali degne di una visione utile allo sviluppo del paese”.

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