CREAfuturo: focus su siccità e desertificazione

L’ultimo numero di CREAFuturo è dedicato alla siccità e alla conseguente desertificazione, i due risvolti del cambiamento climatico, una realtà non più rinviabile con cui già da ora abbiamo iniziato a fare i conti. Occorre prenderne le misure, sia sul fronte dei problemi che su quello delle soluzioni su cui la Ricerca (a partire da quella del CREA) sta lavorando.

L’editoriale del Presidente Carlo Gaudio offre, come di consueto, una disamina esaustiva e documentata del fenomeno, che va oltre i numeri della scienza, per analizzarne le diverse ripercussioni su clima, ambiente, agricoltura e salute. Tutto si focalizza sulla gestione sostenibile dell’acqua, di cui il concetto di l’impronta idrica rappresenta una rivoluzione copernicana per far conoscere i termini della questione. Eppure, anch’essa è stata nel tempo aggiornata dagli studiosi: testimonianza ne è soprattutto il ripensamento sulla carne bovina, da sempre collocata tra i maggiori consumatori di acqua.

Dati alla mano, c’è meno acqua e fa più caldo e questo è un fatto. Infatti, non solo abbiamo studiato e messo in relazione l’ampia serie storica (dal 1964!) di dati meteo-ambientali e sull’andamento della falda relativi all’azienda sperimentale CREA di Casale Monferrato, ma stiamo utilizzando anche le tecnologie più sofisticate, comprese quelle satellitari, per osservare e prevedere il rischio siccità e desertificazione di una determinata area, combinando dati di temperatura e umidità del suolo.

La siccità dei mesi scorsi è stata tale che si è dovuto irrigare più del consueto colture come gli alberi da frutto (frutteti, agrumeti e uliveti) che, normalmente, non ne avrebbero avuto bisogno. Ma anche per alcune eccellenze italiane sono previste perdite ingenti, come il riso e il kiwi, perché fra le cause della “moria del kiwi” si annoverano anche le temperature elevate.

Questo caldo eccessivo favorisce purtroppo la presenza parassiti e patogeni e lo stress idrico che ne deriva può avere conseguenze negative anche sui nostri allevamenti di bovine da latte e bufale.

Cosa sta facendo la ricerca del CREA in tale direzione?  La prima risposta è indubbiamente ottimizzare la risorsa idrica con l’irrigazione di precisione, ma anche supportare scientificamente politiche efficaci in grado di fare la differenza. Basti pensare, ad esempio, ai progetti Water4AgriFood e Goccia Verde (ce lo racconta Massimo Gargano direttore generale di ANBI) o a strumenti innovativi come, per esempio, le banche dati SIGRIAN e DANIA. Impossibile, poi, prescindere dal  suolo, che una corretta gestione rende meno vulnerabile agli eventi piovosi estremi. E poi, naturalmente, puntare a infrastrutture irrigue innovative .

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