Stop all’export di materie prime: ora l’Argentina ferma le esportazioni di farina e olio di soia

L’instabilità politica mondiale, causata dal conflitto in Europa, ricade anche sui mercati delle materie prime. L’incertezza del conflitto porta alla chiusura delle esportazioni. Così dopo le sanzioni dell’UE alla Russia e dopo il divieto dell’Ungheria di esportare il grano anche l’Argentina chiude le esportazioni di farina e olio di soia. Ad accusare principalmente del blocco argentino sono gli allevamenti e la filiera zootecnica. Secondo i dati di ASSALZOO, l’Associazione italiana delle industrie produttrici di mangimi, ogni anno vengono utilizzate circa 3,6 milioni di tonnellate di farine di soia provenienti principalmente da Argentina e Brasile.

“Aumentano le tensioni sui mercati internazionali. Dai cereali alla soia – lancia l’allarme il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti Il governo argentino ha annunciato, con effetto immediato, il blocco delle esportazioni di farina e olio di soia. Motivo della decisione, la necessità di tutelare il mercato interno”.

Confagricoltura segnala che l’Argentina è il primo Paese esportatore di derivati della soia su scala globale. Tre soli Stati – Argentina, Brasile e USA – realizzano oltre l’80% della produzione mondiale di soia. L’incidenza dell’Unione europea è nell’ordine di un punto percentuale.

“La decisione del governo argentino ha un pesante effetto sull’industria mangimistica italiana e, di conseguenza, sul settore degli allevamenti, che già attraversa una fase estremamente critica” – sottolinea Giansanti.

“Serve un coordinamento a livello europeo per gestire la situazione, allo scopo di garantire i cicli di produzione e contenere un’ulteriore crescita del prezzo dei mangimi, che risulterebbe insostenibile. Nei giorni scorsi la Commissione europea ha autorizzato gli Stati membri a revocare alcune restrizioni tecniche legate al limite massimo di residui per le importazioni di mais, pur nella piena garanzia e sicurezza del commercio internazionale”.

“Chiediamo alle autorità competenti di valutare la situazione – conclude Giansanti – al fine di aumentare la disponibilità di materie prime da destinare alla produzione di mangimi”.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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