L’importanza della rete di mercati nella nostra intervista al Presidente di Italmercati, Fabio Massimo Pallottini

Fabio Massimo Pallottini, nato a Roma nel 1959, ha una laurea in legge e vanta numerose esperienze lavorative nel settore dell’agroalimentare. Attualmente è Managing Director di CAR ScpA, il primo Centro Agroalimentare d’Italia ed uno dei principali in Europa; è coordinatore europeo del WUWM, l’unione mondiale dei mercati all’ingrosso. E’, inoltre, Presidente di Italmercati, prima esperienza diretta di Rete d’imprese tra i grandi Mercati all’Ingrosso italiani. Proprio in questo ruolo ci ha concesso un’intervista esclusiva per capire il lavoro che svolge Italmercati e quali sono le priorità per costruire una rete unita e funzionale, a favore dei produttori ma soprattutto dei consumatori.

-Cosa rappresenta la rete Italmercati nel nostro paese?

Rappresenta un esperimento nel panorama delle associazioni imprenditoriali. E’ un qualcosa che innanzitutto mette insieme le grandi realtà dei mercati all’ingrosso che sono realtà abbastanza giovani nel panorama delle imprese prevalentemente pubbliche. Spesso queste attività erano gestite direttamente dai comuni quindi sono tutte cose nate negli ultimi 20-25 anni. E’ un esperimento di rappresentanza ma anche microeconomico espresso nella rete di impresa che offre agli aderenti delle opportunità in più che la sola rappresentanza degli interessi.

-Il suo ruolo da Presidente in quali momenti risulta fondamentale e perché?

Io ho affrontato quest’avventura per passione, perché questo è un lavoro che mi piace; mi piace questo mondo del food nel quale siamo immersi. Da Presidente cerco di essere l’elemento unificante, cercando di contribuire a far sentire ciascuno partecipe delle decisioni, come in realtà è. Quindi il mio è un ruolo quasi da trait d’union in un contesto già di per sé coeso, devo ammettere.

-Quali sono i vantaggi, per i vari mercati, di appartenere alla rete Italimercati?

Credo che se ne possano individuare di varia natura: piccoli, grandi, strategici, contingenti. Le faccio l’esempio del periodo di pandemia quando, soprattutto nei primi periodi quando eravamo molto confusi e non sapevamo bene come comportarci, la rete ha fatto un po’ da apripista con linee guida che poi tutti quanti abbiamo seguito su come affrontare i problemi, come garantire il controllo ed assicurarsi che le merci viaggiassero sempre ma anche cose molto banali sul come approvvigionarsi delle merci. Quindi possiamo dire che è un elemento di grande semplificazione nell’attività di gestione per tutti quanti poiché si condividono le discussioni e le riflessioni, anche in periodi di grande confusione come la pandemia ed alimentata dalla poca chiarezza dei DPCM.
Il nostro obiettivo è quello di avere un bacino di gestione ampio, che vada da Torino a Catania. Cerchiamo, inoltre, di sviluppare i servizi interni per portare avanti dei progetti utili per tutti come la standardizzazione dei controlli o l’introduzione di novità dal punto di vista digitale.

-Come sta gestendo Italmercati la questione fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)?

Sul piano strategico, Italmercati ha la possibilità di accedere ai fondi del PNRR per il comparto della logistica. Un’opportunità molto importante che abbiamo costruito tramite il nostro lavoro di confronto e dialogo con le istituzioni. L’obiettivo è cercare di fare in modo che i mercati abbiano un peso, una dignità nel panorama nazionale e nella filiera agroalimentare, oltre che dal punto di vista dei numeri ma anche dal punto di vista del peso politico. Il lavoro è cominciato con il Governo Conte II, proseguito poi con il Governo Draghi per affermare l’esigenza di opportunità di investire su queste infrastrutture che hanno rilevanza nazionale,
partendo da realtà che vengono dal basso, ossia i singoli mercati, che poi si ritrovano in una cornice che Italmercati sta cercando di sviluppare ed ampliare.

-Il rincaro dei prezzi su tanti fattori della produzione, quanto sta mettendo in difficoltà i mercati e cosa stanno facendo questi per arginare il problema?

Sicuramente siamo in un momento molto delicato perché da una parte abbiamo un incremento dei costi dei fattori di produzione come i trasporti, l’energia, il materiale per gli imballaggi, fertilizzanti ecc. Dall’altra, però, non c’è neanche la possibilità di scaricare gli aumenti sui consumatori. Certamente c’è stato una minima crescita nei prezzi anche per loro ma è molto meno di quello che in effetti subiscono i produttori, soprattutto per alcune filiere che stanno subendo di più questi rincari e che sarebbero giustificate ad aumentare i prezzi di mercato. In questa fase la filiera sta assorbendo i rincari riducendo i margini, scaricando sui prezzi solo una
minima parte degli aumenti reali. Questo anche perché, tra tutti gli aumenti, non ci sono aumenti di stipendi quindi i consumi rimangono deboli ed aumentare i prezzi non sarebbe la scelta migliore.

-Come interviene Italmercati a supporto dei mercati che subiscono un rincaro dei costi di produzione?

Cerchiamo anzitutto di fare una politica di formazione molto attenta sulle dinamiche dei prezzi dei nostri mercati: in accordo con Unioncamere svolgiamo un sistema di rilevazione dei prezzi, lavoro molto prezioso che viene utilizzato anche a livello politico e come punto di riferimento per le tendenze. Lavoriamo anche dando dei messaggi ai consumatori perché ogni settimana pubblichiamo una “borsa della spesa” nella quale inseriamo tutti i prodotti più convenienti da acquistare, in modo da fare anche informazione corretta nei confronti dei consumatori.

-Il Covid ha fatto segnare numeri positivi nelle vendite ma quali sono stati i problemi che ha dovuto affrontare la filiera durante la pandemia?

Abbiamo avuto molte difficoltà organizzative ma abbiamo fatto toccare con mano la criticità della nostra funzione, tant’è che è da lì che è nata quell’attenzione al rapporto, soprattutto dal punto di vista dell’agricoltura con il mondo della produzione perché in quel momento è emerso in modo chiaro la funzione strategica di questa distribuzione, soprattutto di quella verso le città che poi erano i luoghi più terribilmente toccati dalle conseguenze del lockdown.

-Italmercati è molto attiva in tema di solidarietà e lancia spesso iniziative benefiche. Qual è l’importanza del sostegno sociale?

Ogni mercato appartenente ad Italmercati svolge ed organizza attività benefiche in autonomia. Come Italmercati, invece, siamo al tavolo contro gli sprechi alimentari, nato con la Legge 166 del 2016 proprio contro gli sprechi e nel quale rappresento la rete di mercati. Lo scopo è quello, oltre che di evitare gli sprechi, ma anche cercare di salvare tutto ciò che è recuperabile in termini di
consumo solidale. Questo è un lavoro importantissimo in cui siamo impegnati tutti e per il quale siamo tutti molto attivi.
Nella Giornata Nazionale contro lo spreco ho partecipato a degli incontri proprio per riportare, oltre a quello che abbiamo fatto, anche quello che vorremmo fare in un lavoro sempre più attento, capillare e strutturato, non solo per recuperare il recuperabile ma anche per garantire una distribuzione più equa.

-Quali sono gli obiettivi principali che si pone Italmercati in questo momento?

L’obiettivo che mi sono proposto è quello di dare attraverso questa realtà della rete una chiave un po’ più moderna e centrale. Da Coordinatore europeo WUWM posso notare come in altri paesi come Francia o Spagna dove, seppur siano presenti meno mercati, questi vengano considerati fondamentali a livello politico. Lo sforzo che stiamo facendo va, appunto, nella direzione di avere ruoli sempre più consistenti nei tavoli istituzionali. Sembra che stiamo riuscendo a piccoli passi e confidiamo di poter raggiungere il livello dei nostri colleghi europei molto presto.

a cura di Fabiola Marono © Riproduzione riservata

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