Caro gasolio: per Coldiretti un peso insostenibile per le aziende agricole

Coldiretti denuncia il caro prezzi dell’energia e delle materie prime, essenziali per la produzione dei prodotti ortofrutticoli e per gli allevamenti. Nel periodo invernale le imprese alla base della filiera alimentare necessitano di ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro. Con il gasolio rincarato del 50% e l’urea aumentata del 143% la lavorazione e la concimazione del terreno ha raggiunto costi insostenibili per le aziende agricole.

Schizza verso l’alto il costo di produzione del cibo con una pericolosa spirale che rischia di strozzare le aziende agricole. È quanto denuncia Coldiretti, registrando il preoccupante boom dei costi dell’energia, che si scarica solo sulla prima parte della filiera agroalimentare. L’aumento dei costi investe duramente anche l’alimentazione del bestiame e il riscaldamento delle serre per ortaggi e fiori.

“Non possiamo reggere un’altra tempesta – denuncia Gennarino Masiello, Coldiretti generata da una spirale che sta già colpendo pesantemente le aziende agricole e gli allevamenti. Da un lato cresce il costo dell’energia, che trascina tutto il resto e che aumenta notevolmente i costi di produzione del cibo, dall’altra l’inflazione galoppante restringe la propensione alla spesa alimentare delle famiglie, già provate da due anni di pandemia. Questa doppia pressione si sta scaricando verso il basso, verso gli anelli deboli della società e della filiera produttiva. Agricoltori e allevatori stanno pagando di tasca propria l’impennata dei costi, costretti a vedere crollare i propri margini. Una situazione che non può reggere a lungo e che rischia di deflagrare. Occorrono interventi urgenti ed efficaci dal governo alla regione, riaprendo subito i tavoli sulla contrattazione nelle filiere agroalimentari, dove ancora oggi vi sono squilibri di relazioni e remunerazioni. Se le famiglie e gli agricoltori soffrono, non ci può essere chi fa il furbo e si arricchisce sul bisogno primario di mangiare.”

I rincari dell’energiahanno dunque un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola, in un momento in cui con la pandemia da covid si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e aumenti dei prezzi di beni essenziali. Si tratta di una bolletta energetica pesante, nonostante nel tempo l’agricoltura abbia fatto grandi passi in avanti per il contenimento dei consumi energetici.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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