Assosementi: nuove tecniche genomiche per il rilancio della filiera del grano duro

Wheat Field

Se il quadro regolatorio europeo dovesse evolvere in favore della ricerca e dell’innovazione, le nuove tecniche genomiche (NGT) potranno fornire risposte alle sfide della filiera del grano duro. Il rilancio di questa coltura e la sua competitività, ovvero il finanziamento della ricerca per la messa a punto di novità varietali, non possono però prescindere dall’uso di seme certificato, anche quest’anno impiegato solo per meno della metà delle superfici coltivate. È il messaggio che Assosementi, l’Associazione che riunisce le aziende sementiere italiane, ha lanciato durante Durum Days, l’evento che ha riunito gli attori della filiera del grano duro italiano.

“L’Italia vanta una tradizione importante nel miglioramento genetico del grano duro, ha dichiarato Andrea Demontis, Presidente Sezione Costitutori di Assosementi. Il settore sementiero può contribuire in maniera concreta a rilanciare una coltura cruciale per l’agricoltura italiana, a patto di poter sfruttare pienamente le informazioni che la genomica ci sta mettendo a disposizione. Con il Green Deal e la strategia Farm to Fork, l’Europa chiede infatti agli agricoltori europei di produrre alimenti sani, nutrienti e di alta qualità, rispettando criteri di sostenibilità ambientale, economica e sociale: le NGT, grazie alla possibilità di accelerare drasticamente i tempi della ricerca convenzionale, potranno soddisfare molte di queste aspettative in tempi rapidi”.

“Grazie al miglioramento genetico saremo in grado di mettere a punto varietà che necessitano di minor trattamenti chimici e concimazioni, più tolleranti agli stress ambientali dovuti ai cambiamenti climatici e con migliori qualità nutrizionali. Questo richiede però tempo e risorse e va supportato anche attraverso il sostegno al seme certificato, in grado di trasferire l’innovazione a tutta la filiera e di continuare a finanziare la ricerca vegetale nel medio e lungo termine” ha aggiunto Demontis.

“L’impiego di seme certificato per il grano duro continua però a calare, con il risultato di compromettere la tracciabilità di un prodotto come la pasta, simbolo dell’italianità in tutto il mondo. Favorire l’utilizzo di seme certificato significa garantire produzioni ad alto valore aggiunto dal punto di vista della salubrità e delle rese e al tempo stesso contribuire a supportare i programmi di miglioramento varietale portati avanti dai costitutori di nuove varietà, che in questo processo investono ogni anno fino al 20% del loro fatturato. Per fare fronte a questa problematica è fondamentale operare in un’ottica di filiera e in questo senso il supporto che le associazioni agricole ci stanno garantendo è per noi estremamente prezioso” ha concluso Demontis.

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