La pandemia causa deflazione: -0,3% i prezzi alimentari

1,1 milioni di tonnellate di cibi e di vini invenduti dall’inizio della pandemia per le limitazioni ai servizi della ristorazione e per il calo del commercio al dettaglio. Sarebbe questa, secondo Coldiretti, la causa della deflazione sui prezzi degli alimentari, che scivolano del -0,3%, emersa dai dati Istat riferiti al mese di aprile.

Si stima che 330mila tonnellate di carne bovina, 270mila tonnellate di pesce e frutti di mare e circa 220 milioni di bottiglie di vino – sottolinea la Coldiretti – non siano mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali costretti ad un logorante stop and go senza la possibilità di programmare gli acquisti anche per prodotti fortemente deperibili. Al danno economico ed occupazionale si aggiunge il rischio di estinzione per oltre 5mila specialità dell’enogastronomia locale, dai formaggi ai salumi fino ai dolci, per la mancanza di sbocchi di mercato per l’assenza di turisti e la chiusura di ristoranti e agriturismi dove le tradizioni dai campi alla tavola sono tramandate da secoli.

Una situazione che si somma al dramma di 3 milioni di italiani senza soldi per mangiare che – spiega Coldiretti – sono la punta dell’iceberg della situazione di disagio in cui si trova una parte importante della popolazione, secondo il Report Istat sulla seconda ondata della pandemia. Per la prima volta dall’inizio della pandemia a febbraio 2021 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno sono infatti diminuite – rileva Coldiretti – le vendite alimentari in tutte le tipologie commerciali, dalla grande distribuzione (-6,1%) ai piccoli negozi ((-2,9%) fino addirittura ai discount (-1,5%).

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