La GDO punta sui prodotti DOP e IGP

Secondo il Rapporto Ismea – Qualivita 2020, l’indagine annuale che analizza i valori economici e produttivi della qualità delle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane DOP IGP STG, nella GDO i prodotti dop e igp crescono più dei prodotti generici.

Nel 2019, le vendite in valore dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli DOP IGP a peso fisso e variabile nella GDO (iper, super, liberi servizi e discount) sono aumentate del +2,9% rispetto all’anno precedente. Considerando solamente le vendite a peso fisso nella GDO, la crescita raggiunge addirittura il +4,6% (+5,3% solo il Cibo), con un trend molto più sostenuto di quello del totale agroalimentare sempre a peso fisso (+2,1%). Nella Grande Distribuzione, la categoria dei formaggi è quella che detiene il peso maggiore in termini di valore venduto (42%), seguita dal vino (34%) e dai prodotti a base di carne (19%). Rispetto all’anno precedente, all’ottima performance del vino (+4%), si aggiunge una crescita del +2,7% per i formaggi e del +1,3% per i prodotti a base di carne. Nella prima metà del 2020, il canale GDO ha visto una crescita importante dovuta all’emergenza Covid-19: per i prodotti DOP IGP, questo ha significato un aumento superiore al +8% delle vendite in valore a peso fisso e variabile nella GDO (iper, super, liberi servizi e discount). Considerando solamente le vendite a peso fisso nella GDO, la crescita arriva a +12% (+14,3% solo il Cibo), ancora una volta con un trend decisamente più sostenuto di quello del totale agroalimentare sempre a peso fisso (+9,2%). Nelle vendite a peso fisso dei prodotti IG, il vino rappresenta oltre la metà del mercato (51%), seguito dai formaggi (29%) e dai prodotti a base di carne (12%). Formaggi e prodotti a base di carne mostrano, inoltre, una crescita delle vendite a peso fisso molto consistente, pari a +13,5% e +13,6% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Le filiere dei prodotti DOP IGP dei comparti agroalimentare e vitivinicolo sono un sistema che caratterizza tutto il Paese e genera un valore diffuso nel territorio nazionale, con 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione distribuiti fra piccole realtà produttive e grandi distretti. Tutte le regioni e le province italiane hanno una ricaduta economica dovuta alle Indicazioni Geografiche, anche se indubbiamente è forte la concentrazione del valore in alcune aree: le prime quattro regioni per impatto – Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte – si trovano al Nord Italia e concentrano il 65% del valore produttivo DOP IGP. Nel 2019 si registra un trend positivo per ben 17 regioni su 20 in Italia. Le crescite più importanti sono in Lombardia, con un incremento superiore ai 200 milioni di euro in un solo anno, e in Emilia-Romagna, con più di 100 milioni di crescita. Bene anche Piemonte e Campania, con un incremento annuale rispettivamente di 90 e 82 milioni di euro. In termini relativi, si contano complessivamente 7 regioni con tassi di crescita annuale a doppia cifra dell’impatto economico delle filiere DOP IGP.

ll comparto agroalimentare DOP IGP è saldamente guidato dall’Emilia-Romagna, che conta il maggior numero di produzioni certificate (44 DOP IGP) in grado di generare un valore economico alla produzione di 3,1 miliardi di euro, per un contributo del 40% al valore complessivo del comparto. È interessante inoltre sottolineare che le quattro regioni che seguono mostrano tutte crescite a doppia cifra nel 2019: Lombardia (+15%), Campania (+13%), Veneto (+12%) e Piemonte (+10%) generando complessivamente un valore di oltre 3,2 miliardi di euro alla produzione, in crescita del +14% rispetto ai 2,9 dell’anno precedente

Fonte: Ismea

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