Il falso nell’agroalimentare tra sequestri recenti e future conseguenze del no-deal sulla Brexit

È notizia di ieri il sequestro da parte Guardia di Finanza di un ingente quantitativo di prodotti alimentari contraffatti. Tra questi olio e champagne che venivano etichettati in una fabbrica clandestina di San Giuseppe Vesuviano in provincia di Napoli.

La Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova a commento dell’operazione delle fiamme gialle ha sottolineato: “la necessità di perseguire la contraffazione di prodotti alimentari a tutela delle migliaia di imprese sane costantemente minacciate dall’organizzazione criminale dell’economia illegale connessa al falso made in Italy. Una minaccia sempre ma che in questo momento così difficile per la nostra filiera agroalimentare diventa ancora più pericolosa e che nel Mezzogiorno è un vero e proprio attentato alle straordinarie eccellenze che con ostinazione fanno dell’agroalimentare uno snodo produttivo rilevantissimo”.

Quanto accaduto in provincia di Napoli si collega ad un tema molto discusso in questi giorni: quello dei rischi di aumento di circolazione del falso nell’agroalimentare in caso di no-deal, cioè di un mancato accordo, tra Regno Unito e Unione europea, sulla Brexit.

“Senza accordo sulle regole con l’Unione Europea, la Gran Bretagna rischia di diventare il porto franco del falso Made in Italy in Europa per la mancata tutela giuridica dei marchi dei prodotti italiani a indicazioni geografica e di qualità (Dop/Igp), che rappresentano circa il 30% sul totale dell’export agroalimentare tricolore”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento alle misure adottate nell’Ue e in Uk nel caso di No Deal sulla Brexit che si fa più probabile.

“La Gran Bretagna – sottolinea la Coldiretti – potrebbe infatti diventare un porto franco per l’arrivo di prodotti agroalimentari di imitazione del Made in Italy che nel mondo fatturano 100 miliardi

A cura della redazione © Riproduzione riservata

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