Patto anti-inflazione per rilanciare i consumi in calo del 5%

E’ partito questo mese il “trimestre anti-inflazione”, un’iniziativa del Governo volta a favorire il contenimento dei prezzi e tutelare il potere di acquisto dei consumatori, specialmente delle famiglie, al fine di contrastare la spinta inflazionistica ed evitare che diventi strutturale.

Le imprese della distribuzione che aderiscono all’iniziativa si impegnano a offrire una selezione di articoli a prezzi contenuti, con particolare attenzione ai prodotti di uso quotidiano facenti parte del “carrello della spesa”, ed a non aumentare il prezzo di tale selezione, per le tipologie di iniziative commerciali che lo consentano, durante il trimestre anti-inflazione (1° ottobre – 31 dicembre 2023).

In occasione dell’entrata in vigore del patto, la Coldiretti ha dichiarato che è importante rilanciare i consumi alimentari in una situazione in cui a causa dell’aumento dei prezzi le famiglie hanno tagliato di quasi il 5% le quantità di cibo e bevande acquistate nel 2023.

La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che in controtendenza – sottolinea la Coldiretti – volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo di quasi il 10% nei primi sette mesi nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio.

Un risultato che – precisa la Coldiretti – evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. Le famiglie – sottolinea la Coldiretti – tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Ma con la diminuzione delle quantità acquistate a causa del caro prezzi si cerca anche di fare più attenzione agli sprechi, razionalizzando i consumi a partire dalla gestione degli avanzi.

Il paniere anti-inflazione – sottolinea Coldiretti – deve garantire il rispetto della normativa vigente in materia di contrasto alle pratiche commerciali sleali di cui al D.Lgs 198/2021 ed in particolare quella relativa al divieto di vendita sottocosto ed assicurare che non si producano distorsioni nella ripartizione del valore e di una equa remunerazione, a pregiudizio soprattutto delle fasi contrattualmente più deboli, posizionate a monte della filiera agroalimentare.

Occorre infatti evitare – conclude la Coldiretti – che il peso dell’iniziativa si scarichi sugli anelli più deboli della catena salvaguardando i bilanci dei produttori agricoli e degli operatori della trasformazione, industrie e cooperative, che sono stati i più colpiti dall’incremento dei costi di produzione, tutelando il tessuto produttivo e l’occupazione.

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