Bilancia commerciale agroalimentare in deficit di 403 milioni nel primo semestre 2022

Gli aumenti di costo dell’energia e delle materie prime agricole è sempre più evidente, con una percentuale di inflazione da marzo a maggio aumentata dal 7,8% all’ 8,8%. Oltre agli stop di grandi catene di distribuzione dei prodotti alimentari a livello mondiale causati dal conflitto, si sono aggiunte le conseguenze dei lockdown scattati in Cina in seguito a nuove ondate pandemiche, producendo ulteriore inflazione. La Banca centrale europea a fine luglio, ha dovuto allora alzare di mezzo punto i tassi d’interesse per limitare le pressioni sui prezzi.

Si prevede che l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie causato dall’inflazione e le politiche monetarie restrittive adottate dalle banche centrali abbiano effetti depressivi sulla domanda e quindi sulla crescita della ricchezza globale nei mesi a venire. Nel secondo trimestre del 2022 la dinamica dell’economia dell’area Euro è stata comunque positiva (+0,7% in termini congiunturali) spinta dall’andamento favorevole dei servizi e in particolare delle attività legate al turismo. Il Pil italiano ha segnato una decisa accelerazione rispetto ai tre mesi precedenti (+1,0%), sintesi di un contributo positivo della domanda interna (al lordo delle scorte) e di un apporto negativo di quella estera netta.

Sempre nel secondo trimestre del 2022 il valore aggiunto del settore agricolo ha registrato un lieve calo su base annua (-0,7%), mentre il numero degli occupati è calato quasi del 3% rispetto a un anno fa, flessione collegata soprattutto al calo degli indipendenti (-8%). Per quanto riguarda la fase di trasformazione, l’indice della produzione industriale del settore alimentare è aumentato dell’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2021. Nello stesso periodo è proseguita la tendenza espansionistica dei prezzi sia dei prodotti agricoli nazionali (+24,9% su base annua) sia dei mezzi correnti di produzione (+24,5%), con quest’ultimo dato riconducibile soprattutto ai listini dei prodotti energetici (+81,5%), dei concimi (+46,2%), dei servizi agricoli come il contoterzismo (+43,5%) e dei mangimi (+27,6). Dopo mesi caratterizzati dal segno positivo, l’impennata del valore delle importazioni causata dall’incremento dei prezzi delle materie prime, semilavorati e soprattutto dalla componente energetica, ha determinato nel primo semestre del 2022 un deficit di 403 milioni di euro nel saldo della bilancia commerciale agroalimentare.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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