Pastai: rincari energetici e degli imballaggi superiori a quelli delle materie prime

Secondo Unione Italiana Food la guerra tra Russia e Ucraina non mette a rischio la produzione di pasta italiana poichè le importazioni di grano duro, materia prima della pasta, è estremamente marginale rispetto al fabbisogno dei pastai. Infatti, l’Ucraina è tra i principali produttori di grano tenero, materia prima da cui si ricava la farina utilizzata come ingrediente di pane, dolci, pizza o mangimi per animali. Il settore della pasta, che conta 120 aziende, molte di tradizione centenaria, che danno lavoro a oltre 10.000 persone, sta attraversando una crisi senza precedenti per altri motivi. Il prezzo del grano duro è stabile da qualche settimana, ma viene da un aumento dell’80% negli ultimi 12 mesi e in più si deve affrontare l’aumento dei costi dell’energia negli ultimi 6 mesi (con un’inflazione in UE sugli energetici di oltre il 28% da inizio anno), petrolio (ai massimi dal 2014) e materiali da imballaggio.

Dall’Ucraina non è stato importato grano duro nel 2021, mentre quello arrivato dalla Russia nello stesso periodo rappresenta meno del 3% delle importazioni e meno dell’1% sul fabbisogno totale dei pastai.

La confusione tra queste due materie prime ha alimentato un flusso di informazioni contraddittorie nei giorni scorsi. Era necessario fare chiarezza per non creare preoccupazione e allarmismo tra i consumatori”, spiega Luigi Cristiano Laurenza, Segretario dei Pastai Italiani di Unione Italiana Food.

Oltre al grano tenero, ricorda Unione Italiana Food, ad essere interessati dal conflitto sono anche altre materie prime agricole come mais o soia. “In un’economia globale le oscillazioni di una commodity trascinano inevitabilmente le altre, per questo non possiamo purtroppo escludere che il conflitto possa avere effetti indiretti anche sulla pasta”, afferma Laurenza.

Inoltre, per lo sciopero dei trasportatori, a febbraio alcune aziende sono state costrette a chiudere temporaneamente le proprie linee di produzione per mancanza delle materie prime o per impossibilità di consegnare il prodotto finito, causando danni per milioni di euro non solo alle imprese ma a tutto il tessuto sociale che ruota attorno a esse.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui