Manifestazione di Cia Agricoltori Italiani contro l’inflazione e la gestione della peste suina

Cia-Agricoltori Italiani è pronta a dare l’ultimatum al governo italiano e indice una grande manifestazione contro la fauna selvatica, in primis, e i costi alle stelle, che si terrà lunedì 28 febbraio a Rossiglione, in provincia di Genova, nel cuore della “zona rossa” della peste suina che coinvolge Liguria e Piemonte. Da una parte l’emergenza peste suina in regioni strategiche per il Made in Italy agroalimentare, pronta a esplodere per effetto di una gestione irresponsabile della fauna selvatica, regolata da una legge vecchia trent’anni, dall’altra l’agricoltura italiana con migliaia di aziende a rischio collasso a causa di costi di produzione ormai insostenibili (+40% rispetto agli anni scorsi) e con una ripresa minacciata dall’inflazione galoppante (+4,8% a gennaio, un livello che non si vedeva dal 1996). I rialzi fino al 120% delle bollette energetiche a inizio 2022 rispetto allo stesso periodo di un anno fa. A cui si aggiungono quelli dei fertilizzanti, cresciuti del 150% in soli sei mesi, e l’inaccettabile incremento del 40% del gasolio. Tutto ciò in un Paese in cui l’80% dei trasporti commerciali avviene su gomma, percentuale che però supera il 90% nel caso degli alimentari freschi.

Il problema dei rincari sta innescando un cortocircuito dannoso, in grado di mettere a repentaglio l’intera filiera agroalimentare di qualità, dal campo alla tavola, patrimonio nazionale da 550 miliardi di euro. A rischio l’attività produttiva, semine e raccolti, con le eccellenze del Made in Italy. C’è tutta la catena del valore pronta a saltare, con i consumatori che cominciano a sentire nel carrello alimentare il peso dell’aumento dei prezzi.

Oggi, per le imprese agricole di tutta Italia, andare avanti sta diventando impossibile. Per fare alcuni esempi, l’impatto dell’aumento incontrollabile delle materie prime e dell’energia sta investendo l’intera zootecnia: il costo di produzione del latte fresco è circa 45 cent/litro, mentre il prezzo di vendita è di circa 39 cent/litro, per arrivare sullo scaffale del supermercato a quota 1,50-1,70 euro. Un prezzo decisamente sottocosto, quindi, per produttori e allevatori del territorio, con il rischio di chiusura per molte aziende, se non verrà riconosciuta una più giusta ed equa quotazione dall’industria e se non si prenderanno provvedimenti dedicati dopo il fallimento del Tavolo latte. Ma la lista è lunga: per colpa dei rincari, i costi medi di produzione a carico degli agricoltori sono già aumentati tra il 10% e il 20% sul grano, sull’olio extravergine d’oliva e sul vino. Anche per il pomodoro da industria si spenderanno 9.200 euro a ettaro nel 2022 (+15%).

Ora si aggiungono anche le ripercussioni delle tensioni geopolitiche in Ucraina. Le stalle Made in Italy, infatti, sono fortemente dipendenti dal mais di cui Kiev è secondo Paese fornitore (700mila tonnellate). Il granturco è il principale ingrediente delle diete per gli animali (47%) e ora la crisi in atto va a pesare su un prodotto che ha già subito nell’ultimo biennio un forte rialzo dei prezzi, che attualmente si attestano sui 186 euro/ton, in aumento del 24% rispetto al 2021. 

“Solo il conto dell’energia per le imprese è stimato in 37 miliardi di euro nel 2022 -ha ricordato il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. Ѐ chiaro quindi che gli oltre 5,5 miliardi annunciati dal Governo per gli interventi sul costo dell’energia per aziende e famiglie non sono sufficienti ad arginare la crisi. Non basta agire sugli oneri di sistema o agevolare le sole imprese energivore. Ora il Governo deve mettere sul tavolo interventi organici per ridurre, da un lato, la dipendenza energetica dall’estero e, dall’altro, per snellire realmente il carico economico sulle aziende agricole che sono la dispensa del Paese e sugli agriturismi che devono recuperare le chiusure di due anni di pandemia”

“Ciò ancor più necessario, vista la fine dell’emergenza sanitaria al 31 marzo prossimo che però troverà il Paese in grande difficoltà con agricoltori e cittadini a pagare le conseguenze più pesanti dei rincari.  Per questo servirebbe un patto di sistema contro le speculazioni che potrebbe partire proprio dall’alleanza tra gli anelli ai due estremi della filiera, ovvero produttori agricoli e i consumatori”.

Sul fronte della peste suina, invece, il recente decreto sulle misure urgenti per arrestare, nelle “zone rosse” Liguria e Piemonte, la diffusione della peste suina, ha lasciato Cia-Agricoltori Italiani perplessa per l’eccesso di burocrazia, l’assenza di risorse adeguate e il ruolo del commissario straordinario, che ha solo potere di coordinamento e deve ancora essere nominato. 

Per gli Agricoltori Italiani, non si può scaricare su Regioni e Comuni il peso di un problema nazionale. Ecco perché Cia chiede maggiore tempestività e più fondi da stanziare nella fase di conversione in legge del Sostegni Ter, tenuto conto dell’esiguità dei 50 milioni di euro già annunciati dal Governo.

Del resto, il punto dell’Organizzazione sulla questione è chiaro da tempo e parte dal progetto “Il Paese che Vogliamo” con la proposta di riforma radicale della Legge 157 del 1992 sulla fauna selvatica. Una normativa troppo datata per riuscire ad affrontare un problema ormai fuori controllo con +111% di cinghiali in circolazione, oltre 200 milioni di danni all’agricoltura e 469 incidenti, anche mortali negli ultimi quattro anni. Un’emergenza che ha bisogno di risposte puntuali, con la sostituzione del concetto di “protezione” con quello di “gestione”, con il coinvolgimento di personale specializzato e con il rafforzamento dell’autotutela degli agricoltori.   

Anche per arginare il diffondersi della peste suina in Liguria e Piemonte, dove sono ormai 41 le carcasse di cinghiali infetti rinvenute, resta necessaria, secondo Cia, una campagna di controllo e riduzione del numero dei capi con figure qualificate e strumenti innovativi, oltre al rimborso rapido, senza vincoli e burocrazia, del 100% dei danni subiti dagli agricoltori per la PSA.

“Sul taglio dei costi di produzione per le aziende agricole e sull’annosa questione fauna selvatica -ha dichiarato il presidente Cia Agricoltori Italiani, Scanavinonon si giocano due singole e isolate battaglie di settore, ma il futuro del Paese e la sua economia, forte di un agroalimentare di qualità riconosciuto in tutto il mondo e fortemente legato al potere d’acquisto dei cittadini italiani. Non si sottovaluti il problema. Di fronte all’Europa e al Paese, il Governo si è assunto l’onere della sostenibilità che ricordiamo deve essere al contempo ambientale, economica e sociale”.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui