Flai Cgil sfida il governo sui salari in agricoltura

in foto il segretario generale della Flai Cgil, Giovanni Mininni

È stato presentato nel pomeriggio presso il CNEL il DDL 2404 “Norme per il contrasto dello sfruttamento lavorativo e per l’emersione del lavoro nero”, che vede primi firmatari i senatori Tommaso Nannicini e Sandro Ruotolo, per la Flai Cgil si tratta di un testo che va a colmare un vuoto legislativo che si crea all’indomani della denuncia o dell’operazione che scova e blocca il fenomeno dello sfruttamento.

Per Davide Fiatti, segretario nazionale Flai Cgil, “questa proposta è per noi importante perché prevede un percorso virtuoso di presa in carico delle persone che denunciano condizioni di sfruttamento. Molto spesso, infatti, il lavoratore sottopagato, tenuto in condizione di riscattabilità e in stato di necessità, il giorno dopo aver denunciato una condizione non più tollerabile si trova di fatto senza lavoro e senza quel poco salario che aveva. Il DDL 2404 prevede, invece, un programma di protezione, alloggi, garanzia del reddito per 24 mesi, tutele, nonché un percorso di emersione e regolarizzazione”.

“Noi siamo convinti – conclude Fiatti – che chi trova il coraggio di denunciare, chi si rivolge anche a noi per chiedere diritti e giustizia, deve avere anche quel sostegno necessario a portare avanti le proprie rivendicazioni. Il testo presentato oggi, ci sembra vada in questa direzione e ben si unisce a quanto già si fa e si potrebbe fare, applicando la Legge 199/2016”.

“I salari in agricoltura sono fra i più bassi in Italia. E l’Italia è all’ultimo posto in Europa”, un record nel record cui il segretario generale della Flai Cgil, Giovanni Mininni, farebbe volentieri a meno. Intervenendo a un’iniziativa della Fisac Cgil dal titolo ‘Salari amari’, Mininni osserva come “le lavoratrici e i lavoratori dell’agricoltura siano impiegati in un settore faticoso e complesso. E anche durante la pandemia hanno garantito il cibo che arrivava sulle nostre tavole. I pochi soldi promessi dal governo non possono certo rispondere alle loro esigenze, si tradurrebbero in un aumento salariale di meno di cento euro l’anno. Sono stati sbeffeggiati, ecco perché giovedì sciopereremo e saremo tutte e tutti in piazza perché chi lavora merita rispetto e dignità”.

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