Rielezione di Guglielmo Vaccaro alla Presidente dell’OI Pomodoro da industria Centro-Sud: l’intervista

In foto: Guglielmo Vaccaro, presidente dell'OI Pomodoro da industria Bacino Centro-Sud Italia

-Salve, Presidente. Anzitutto sono onorata di poterla intervistare e colgo l’occasione per farle gli auguri per questa rielezione.

Grazie mille, devo dire che è una conferma che mi incoraggia in questo impegno. Hanno deciso i soci ed io mi attengo alle loro volontà. Essendoci un limite di statuto di due mandati, questo sarà il mio secondo ed ultimo triennio.

-Dunque potremmo dire che hanno dimostrato grande fiducia in lei e nel suo lavoro, volendo fortemente una linea di continuità.

Esatto. E’ una fiducia a me ma anche al coordinamento col quale abbiamo lavorato agli obiettivi, molti dei quali sono stati raggiunti, quindi credo sia patrimonio complessivo della filiera questa riconferma. Credo si sia lavorato bene tutti insieme, anche perché il mio ruolo di presidente è un ruolo di arbitro all’interno (che qualche volta somiglia anche all’arbitro di box, perché qualche colpo arriva anche a chi, come me, interviene per regolamentare il confronto) e di ambasciatore all’esterno, così che i protagonisti della filiera non vengano percepiti come rappresentanti delle singole realtà a cui appartengono. Viceversa, affidare ad un terzo estraneo alla filiera il compito di rappresentanza, rende più semplice farla parlare in maniera corale e credo che questa costruzione sia più valida ed efficiente.

Quindi crede che il suo essere estraneo alla filiera è stato un valore aggiunto ?

Ha sicuramente portato delle novità sui progetti avviati che non avrebbero preso corpo senza l’organismo interprofessionale. Poi, chiaramente, il valore è dell’organismo intero ed il presidente, se mediamente appassionato e capace, porta a casa questi risultati e li consegna alla filiera come patrimonio da amministrare. Abbiamo tanti progetti avviati, approvati ed in cantiere, soprattutto poiché la fase di avvio è la più lenta ed ha, purtroppo, coinciso con la pandemia per molti di questi, cosa che ne ha reso difficile l’avviamento.

-Ci può far conoscere alcuni di questi progetti e quali sono le aspettative future che la filiera proietta su questi?

Ogni progetto in cantiere o realizzato, anche a vari livelli, ha importanza per il futuro della filiera.
Abbiamo avuto l’opportunità di insediare un tavolo presso il Mipaaf dedicato al pomodoro da industria, al pari di quelli già esistenti come, ad esempio, per la pasta ed il vino. Questo sicuramente eleva la filiera ad un rango di riconoscimento ed importanza che prima non c’era.
Il tavolo annunciato dal direttore generale PQAI Oreste Gerini che si terrà il 25 di novembre, è un risultato che nel tempo garantirà alla filiera una sede dove portare e rappresentare aspirazioni, criticità e richieste e che già in sé vale tutta l’iniziativa portata dall’organismo interprofessionale, mezzo necessario per arrivare al dialogo con le istituzioni, senza il quale la politica governativa non ha mai riconosciuto uno spazio alla filiera, nonostante in passato sia stato più volte richiesto.

Abbiamo dei progetti sull’avvio del riconoscimento dell’IGP del pomodoro pelato di Napoli, richiesto nove anni orsono e decollato solo grazie ad un’azione fatta dall’organismo interprofessionale.
Ancora, abbiamo dei progetti sul Regolamento UE 1144 di promozione all’estero, sul fronte dei rapporti trasformatori-veditori, che ci daranno sicuramente dei risultati, infatti ne è stato già approvato uno per un valore di 200.000 euro.
Un altro progetto è indirizzato alla filiera legale di cui fa parte l’OI che ci abilita ad impegnarci sul terreno di attività del caporalato con un finanziamento importante, grazie al Comitato per l’Etica e la Sostenibilità della filiera, che ha dato all’esterno la percezione che il comparto si preoccupa eccome dei fenomeni come lo sfruttamento della manodopera e i danni all’ambiente.

-A proposito di sostenibilità, quali sono le attenzioni che l’OI vuole attribuire alla filiera proprio in questa materia e quali sono le strategie che intende attuare?

L’OI pomodoro è molto attenta a questo aspetto ed il Comitato per l’etica e la sostenibilità esiste appositamente, di cui fa parte anche l’ex ministro per l’ambiente Edoardo Ronchi, che ha conquistato grande rispetto durante il suo operato.
Come filiera, crediamo che il consumo etico che si sta facendo largo nel mercato internazionale, aiuterà i produttori e i consumatori, e che solo se sappiamo dimostrare di essere in linea con questa aspirazione di favorire processi di rigenerazione dell’ambiente o di conservazione, il consumo sarà crescente. Diversamente, le filiere che non riusciranno a cogliere questa novità che è oramai ineludibile, pagheranno lo scotto; per questo, insieme al comitato, abbiamo messo a fuoco la questione ed intrapreso questa strada.

-Siete riusciti a trovare, con tutte le aziende che partecipano all’OI, un accordo sulla nuova produzione sostenibile o qualcuna si è ritratta? In tal caso, come si comporta l’OI pomodoro?

Innanzitutto, di fronte a questa strategia c’è stato qualcuno che si è sottratto a quest’iniziativa, considerandola troppo impegnativa o intempestiva. Altre, invece, rimanendo nell’OI, hanno accettato di continuare su questo percorso.

-Dunque la sostenibilità si può ritenere una conditio sine qua non per far parte dell’OI?

Esatto. Chi è dentro ci sta e coglie l’importanza di queste sfide, interpretandole nel quotidiano e ispirandosi alle linee guida che noi come OI abbiamo voluto costruire.

-Invece, rispetto al DL approvato dal Governo in linea alle direttive europee che vietano le aste a doppio ribasso, una filiera del settore primario come la vostra, nota già dei cambiamenti?

Diciamo che la pandemia ha fatto superare questo atteggiamento da parte della grande distribuzione e proprio al tavolo del 25 novembre ci sarà anche questa componente importante di sbocco per la grande distribuzione della filiera italiana. I prezzi sono cresciuti e così il pomodoro da industria si vede uscire dalla condizione di marginalità che lo vedeva legato a una commodity che non dava modo di sviluppare prodotti di punta; i bilanci sono saliti e anche le aziende, in parità di prodotto trasformato, hanno registrato un incremento significativo che è chiaramente diventato patrimonio comune della filiera.
E’ una novità il superamento definitivo delle aste a doppio ribasso contenute nel decreto approvato dal Governo Draghi, chiude definitivamente questa stagione e la relegano ad un passato da dimenticare.

-Quali sono i progetti che riguardano i mercati esteri ?

Abbiamo un dovere di promozione generale della filiera ma ci stiamo muovendo soprattutto verso alcuni paesi, l’India in particolare, dove abbiamo un progetto approvato. Parliamo di un paese che vale 1 miliardo e 400 mila persone, praticamente 1/5 della popolazione mondiale. Come OI, quindi, immaginiamo di dare al 20% della popolazione mondiale una spinta sul consumo del pomodoro da industria. L’India, infatti, ha un consumo molto diffuso di pomodoro fresco che però presenta dei problemi nel trasporto e nella catena del freddo.

Noi comunque ci stiamo organizzando su quella parte dello scacchiere del mondo che comprenderà anche I paesi confinanti come Malesia, Indonesia ecc. Abbiamo deciso di non fare una campagna promozionale generica ma di canalizzare il nostro lavoro su alcuni paesi specifici.

a cura di Fabiola Marono © Riproduzione riservata

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