Filiera agroalimentare: i prezzi continuano a crescere

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Secondo Elaborazioni Unioncamere e BMTI su dati camere di commercio e mercati all’ingrosso i prezzi dei vari comparti dell’agroalimentare non smettono di crescere arrivando a valori che superano ampiamente quelli registrati in pre pandemia Covid. L’aumento abbraccia tutti i reparti e nell’ortofrutta, la scarsa disponibilità di prodotto, ha impresso un consistente rialzo ai prezzi delle pere e dei pomodori. In crescita anche i prezzi di tagli di vitellone e di vitello, aumentati anche rispetto al 2020, mentre per il mercato ittico la scarsa disponibilità di pesci prevalentemente autunnali ha aumentato il valore delle specie che si trovano attualmente ai banchi di pescheria.

Per alcuni comparti, come ad esempio gli sfarinati (semola e farine) e gli oli di semi, sono state ancora le quotazioni elevate della materia prima (su valori record nel caso del grano duro) a spingere verso l’alto i prezzi all’ingrosso dei prodotti lavorati, attestati su valori ampiamente superiori ai livelli pre-Covid. Ancora aumenti anche per i vini sfusi, in un mercato che rimane condizionato dalle attese di un significativo calo produttivo nell’attuale annata. Nel mercato ittico, l’andamento dei prezzi dei pesci freschi di mare ha risentito dell’incremento delle catture di alcune specie ittiche maggiormente presenti nel periodo autunnale, portando ad un calo mensile delle quotazioni.

Leggera ripresa per gli agrumi, principalmente di provenienza estera. In arrivo sul mercato le nuove partite di pere emiliane con un prezzo sostenuto, +24% rispetto ad agosto, dovuto principalmente dalla scarsa disponibilità di prodotto determinata dalle gelate straordinarie primaverili e dagli ingenti danni causati dalla cimice asiatica e dall’alternariosi. Procede regolare la campagna dell’uva da tavola nazionale, con una domanda su livelli medi. Per gli ortaggi si registra un forte aumento dei prezzi per i pomodori da insalata, su livelli elevati rispetto allo scorso anno (+48%), determinato principalmente da una disponibilità limitata di prodotto a causa del forte caldo estivo. Domanda su livelli elevati per melanzane e fagiolini che subiscono un rialzo delle quotazioni rispetto ad agosto. Iniziata la nuova produzione di ortaggi a foglia tipicamente autunnali come la cicoria, non ancora presente con elevati quantitativi e con prezzi quasi raddoppiati (+91%).

Continua il calo delle quotazioni per le zucche nazionali, con la domanda attestata ancora su livelli bassi. Le elevate temperature registrate nel mese non hanno favorito l’acquisto di prodotti tipicamente autunnali. Anche per le zucchine continua il calo delle quotazioni, con l’aumento dei quantitativi dovuto anche all’inizio delle colture in serra oltre che in piena area, ma con una domanda stabile su livelli medi. Prezzi di molto inferiori anche rispetto allo scorso anno. In miglioramento la qualità dei cavoli, in particolare i cavolfiori, per i quali si sono riscontrati aumenti delle quotazioni a fronte di una domanda elevata ma con una disponibilità limitata nei quantitativi. Prezzi degli spinaci in calo, per i quali si è registrato un livello della domanda piuttosto basso.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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