I costi alti delle materie prime mettono a rischio le vendite del vino

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I dati dell’Unione italiana vini (Uiv) sono preoccupanti perché quantificano tra il 20 ed il 60% l’incremento dei costi delle materie prime del comparto vino, per un totale di 800 milioni di euro di rincaro. Il rischio è quello di incidere sulla competitività e la redditività delle aziende italiane nel mercato nazionale e mondiale, già messe in ginocchio da una vendemmia di scarsa quantità, minando un periodo florido per le vendite del vino italiano sempre più apprezzato ed amato che ha visto crescere del 2% il volume dei litri venduti rispetto al 2020, anno già florido nelle vendite per via delle scelte dei consumatori nel periodo pandemia.

Gli effetti combinati del blocco produttivo dovuto alla pandemia e della ripartenza a doppia cifra interesserà il settore vitivinicolo almeno fino ai primi mesi del prossimo anno, quando, nelle previsioni più ottimistiche, il mercato dovrebbe riequilibrare le tensioni tra domanda e offerta. Nel frattempo, il trade-off tra marginalità delle imprese e portafoglio dei consumatori resta un’incognita.

Dopo un primo approfondimento con l’analisi geopolitica dell’Ispi e le testimonianze dei responsabili delle associazioni di categoria degli importatori e trasformatori delle singole materie prime, il nuovo numero del Corriere Vinicolo si concentra sulle strategie di risposta degli imprenditori, nella diversità e specificità di economie di scala e approcci al mercato delle forniture. A dipingere un quadro complessivo serio e preoccupante, le riflessioni di Alberto Cortese e Davide Magnone (Gancia), Enrico Gobino (MGM – Mondodelvino), Bruno Cordero (Terre da Vino), Rosario De Marchi (Cavit), Annalisa Botter (Botter Spa), Daniele Simoni ed Egidio Finazzer (Schenk), Corrado Casoli (Cantine Riunite & Civ), Lauro Giovannini (Terre Cevico), Lamberto Frescobaldi e Nicolò D’Afflitto (Marchesi de’ Frescobaldi), Giovanni Lucchesi (Ruffino), Antonio Rallo (Donnafugata) e Francesca Argiolas (Argiolas).

Per Paolo Castelletti, segretario generale Uiv: “L’aumento dei costi industriali sta ridimensionando la ripresa economica del settore, minando la redditività delle imprese nonostante le buone performance delle vendite. Per evitare che questa stangata economica si traduca un gap di competitività sui mercati è importante quindi che la politica e le istituzioni continuino a stimolare gli investimenti e la promozione”. 

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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