Pomodoro da industria, successo per le visite guidate in Toscana: ricerca, tecniche e innovazione al centro del progetto

Ricerca, tecniche e innovazione, tre aspetti fondamentali che costantemente sono stati al centro del progetto “Nazionale di confronto variatale pomodoro da industria”. Nella giornata di ieri spazio all’ultimo appuntamento presso i campi sperimentali della OP ASPORT realizzati all’interno dell’Azienda Agricola Chiavaroli di Campiglia Marittima – Livorno.

Due sono state le visite effettuate nel corso dell’incontro, la prima visita è stata organizzata nell’ambito del progetto intitolato “Miglioramento delle tecniche di coltivazione del pomodoro da industria finalizzato ad ottenere un maggiore rispetto ambientale per la messa a punto di un disciplinare di produzione Made in Toscana” di responsabilità scientifica del CREA-OF che prevede il coinvolgimento dell’Università degli Studi di Firenze, di IBF servizi e dell’Unione nazionale Italia Ortofrutta ideato con la finalità di implementare il disciplinare di produzione della Regione Toscana con tecniche ambientali sostenibili applicate attraverso l’agricoltura 4.0.

La seconda visita, invece, è stata organizzata nell’ambito del più ampio Progetto nazionale di confronto varietale del pomodoro da industria ideato e coordinato da Italia Ortofrutta Unione Nazionale con la collaborazione del CREA OF, responsabile scientifico del progetto, in risposta al fabbisogno comune di 13 Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli (OP) – operanti nel comparto del pomodoro da industria – di testare annualmente le varietà più innovative direttamente nei propri campi e di aumentare la sostenibilità ambientale della coltivazione.

La prima visita ha rappresentato un importante momento di incontro e riflessione su una delle tematiche di ricerca ed innovazione più attuali, ovvero quella dell’agricoltura 4.0 applicata alle colture orticole in pieno campo che potrebbe consentire di ottenere notevoli risparmi dei fattori produttivi con ricadute positive sull’ambiente. Abbiamo fortemente voluto nel partenariato di ricerca un ente che potesse calcolarne i costi di applicazione e quantificarne i risparmi, nello specifico nel nome dell’Università degli Studi di Firenze, per verificare anche la sostenibilità economica di tale applicazione – afferma Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta.

La seconda visita in uno dei 12 “campi vetrina” ha confermato anche in questo areale le aspettative rispetto alle performance delle varietà utilizzate che, grazie allo standard elevato delle tecniche colturali adottate ed alla dedizione del servizio tecnico della OP, ha prodotto ottimi risultati associati a una buona qualità delle bacche percepibili a livello visivo.

La realizzazione di tali prove ed in particolare quelle di confronto varietale che vedono il coinvolgimento di diverse OP attorno al fabbisogno comune di selezionare nella programmazione della produzione le varietà più performanti rappresenta come il sistema organizzato del comparto del pomodoro da industria sia riuscito tramite un approccio bottom-up, grazie alla regia della Unione Nazionale, a realizzare un progetto di ricerca applicata che fornirà risposte concrete alle proprie esigenze” – ha dichiarato Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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