L’estate delle riaperture vale 30 miliardi: ossigeno per l’agroalimentare

Con la riapertura totale della ristorazione al chiuso e all’esterno dal primo giugno si prepara una estate a tavola da 30 miliardi di euro nei 360mila bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi aperti lungo tutta la Penisola. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sull’impatto delle nuove norme anti Covid approvate la settimana scorsa dal Consiglio dei Ministri, con il superamento graduale del coprifuoco in vigore da 6 mesi e mezzo.

A beneficiarne – sottolinea Coldiretti – è a cascata l’intero sistema agroalimentare con ben oltre un milione di chili di vino e cibi invenduti dall’inizio della pandemia.  Si stima che 330mila tonnellate di carne bovina, 270mila tonnellate di pesce e frutti di mare e circa 220 milioni di bottiglie di vino – precisa la Coldiretti – non siano mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali costretti ad un logorante stop and go senza la possibilità di programmare gli acquisti anche per prodotti fortemente deperibili. La drastica riduzione dell’attività – continua la Coldiretti – ha pesato infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato e ad essere stati più colpiti sono i prodotti di alta gamma.

Il via libera del Governo era atteso infatti anche per sostenere il turismo. Il cibo infatti – continua la Coldiretti – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per street food o specialità enogastronomiche, senza dimenticare i souvenir.

La spesa in vacanza per il cibo lo scorso anno per la pandemia Covid – sottolinea la Coldiretti – è scesa del 58%, il minimo da almeno un decennio e gli effetti – conclude la Coldiretti – si sono fatti sentire sull’intera filiera agroalimentare dove sono coinvolte 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro.

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