Vino annacquato per migliorare la salute

La proposta di togliere l’alcol e aggiungere acqua anche nei vini a denominazione di origine lanciata dall’Unione Europea per migliorare la salute del cittadini ha creato non poco sconcerto nel mondo della produzione vitivinicola. La dealcolazione, processo che appunto riduce il grado alcolico del vino, altera le caratteristiche organolettiche della bevanda compromettendo di fatto anche il legame con vitigno e territorio di provenienza.

“Una corretta alimentazione non può prescindere dalla realtà produttiva storica e culturale locale che si è consolidata nei secoli e custodita nel tempo da generazioni di agricoltori. – dichiara Coldiretti – Per questo non può essere permesso di chiamare ancora vino un prodotto in cui sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità per effetto di trattamento invasivo che interviene nel secolare processo di trasformazione dell’uva in mosto e quindi in vino. Un inganno legalizzato per i consumatori che si ritrovano a pagare l’acqua come il vino”.

“L’introduzione della dealcolazione parziale e totale come nuove pratiche enologiche rappresenta un grosso rischio ed un precedente pericolosissimo e che metterebbe fortemente a rischio l’identità del vino italiano e europeo, anche perché la definizione “naturale” e legale del vino vigente in Europa prevede il divieto di aggiungere acqua” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che l’impegno per fermare una deriva pericolosa che rischia di compromettere la principale voce dell’export agroalimentare nazionale che complessivamente sviluppa un fatturato di oltre 11 miliardi in Italia e all’estero.

La preoccupante novità arriva peraltro in un momento difficile per il settore per il drammatico crollo del consumo di vino Made in Italy all’estero che raggiunge il minimo storico da oltre 30 anni per effetto del calo del 20% nelle esportazioni nel 2021, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat a gennaio con l’Italia è il principale esportatore mondiale di vino. L’Italia – conclude la Coldiretti – si conferma comunque primo produttore mondiale con 49,1 milioni di ettolitri ed anche primo esportatore sia nei vini fermi che spumanti con un totale di 20,8 milioni di ettolitri davanti alla Spagna con 20,2 e alla Francia con 13,8.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui