Trecentomila aziende, circa 1⁄4 della produzione agricola nazionale, vale 15 miliardi e la sua presenza nella GDO aumenta in maniera costante.
Questi i dati raccolti nel Report 2023 del settore ortofrutta di Allianz Trade che fotografa l’attuale situazione del comparto, registrando input positivi ma non ancora entusiasmanti.
Le criticità sono svariate, l’import accelera e la concorrenza internazionale recupera spazi, il consumo pro-capite scende e l’incidenza climatica impatta sulla produzione. Ma i margini di crescita sono notevoli, basti pensare che il business delle vendite online non è stato ancora sviluppato secondo le potenzialità attuali e le tecniche digitali non sono ancora state adottate in tutti i comparti in modo operativo e costante.
Elemento da sottolineare ed evidenziare è l’interesse per le Organizzazioni di Produttori che stanno ricevendo contributi europei per la ricerca e l’agricoltura di precisione, segnale questo di interesse verso un settore che dovrà essere ulteriormente sviluppato. In un’ottica di sostenibilità e attenzione all’ambiente, il packaging è sostanzialmente migliorato, alleggerendo l’intero sistema.
60 sono i miliardi dell’export dell’agroalimentare, dato assolutamente positivo mentre l’ortofrutta si aggira sui 10 miliardi, in leggero calo il fresco che però è bilanciato dal trasformato.
Punto debole e disfunzione della supply chain è la grande quantità di player lungo la filiera, dagli operatori logistici ai confezionatori, dagli intermediari ai commercializzatori che portano nelle tasche dei produttori dai 2 ai 6 euro ogni 100 euro di spesa del consumatore finale. Ad incidere negativamente è anche in molti casi la mancanza di aggregazione endemica dei tanti produttori italiani che spesso si ostinano a lavorare in autonomia piuttosto che fare squadra ed abbattere alcuni costi.
Il settore ortofrutticolo è insidiato da problematiche crescenti, è necessario programmare investimenti mirati e procedere con approccio flessibile e strategico. Fondamentali sono la digitalizzazione e la ricerca, l’applicazione di nuove forme di produzione energetica, lo studio di attività integrate e innovative di promozione e valorizzazione, l’accelerazione delle politiche di internazionalizzazione, l’utilizzo virtuoso delle opportunità̀ di finanziamento agli operatori – dichiara Gennaro Velardo, Presidente di Italia Ortofrutta Unione Nazionale – Bisogna in ogni caso guardare con fiducia e determinazione al futuro, definendo obiettivi di breve periodo e misurandone gli effetti concreti. È la politica dell’ascolto e del fare che può definire l’efficacia degli interventi descritti, e l’impatto positivo sull’intera filiera ortofrutticola. Personalmente auspico la continuità del confronto fattivo di tutti gli operatori sul tavolo istituzionale dell’ortofrutta già più volte convocato dal Ministro Francesco Lollobrigida.
Gli eventi climatici non hanno contributo a migliorare la situazione, incidendo sia sulla produzione che sui consumi dell’ortofrutta, con 5,47 milioni di tonnellate, l’8,6% in meno rispetto al 2021.
Nonostante i forti rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio e attrezzature varie che si sono abbattuti sul settore agricolo nel suo complesso mettendone in crisi i bilanci, l’analisi del quadriennio 2018/2021 dei conti economici e patrimoniali evidenzia un fatturato in ripresa dopo la flessione del biennio 2019/2020, con redditività comunque contenuta ma positiva.
Il principale imputato di questa quantità di rincari è l’aumento dei costi dell’energia e, se si pensa che la produzione agricola e alimentare in Italia assorbe circa l’11% dei consumi energetici totali, è facile comprendere gli effetti devastanti del caro energia su tutta la filiera del settore.
Lo sguardo al futuro è sicuramente ottimistico, i produttori sono cresciuti dal punto di vista finanziario che in termini di collaborazioni e partecipazione, gli eventi, le fiere, gli incontri sono sicuramente un valore aggiunto per il confronto e la conoscenza, aprendo menti e fissando nuovi obiettivi.