Pediatri e agricoltori uniti: la necessità di indicare l’origine dei prodotti alimentari

I pediatri e Plasmon fanno squadra con Coldiretti e Filiera Italia per sostenere la proposta di legge popolare finalizzata a estendere l’obbligo di indicazione dell’origine dei prodotti alimentari e in particolare di quelli per i bambini commercializzati nell’Unione europea. L’adesione è stata annunciata nel corso di un incontro dal titolo significativo: “La filiera italiana nel piatto del bambino. Una rete a tutela dei più piccoli”. E’ il senso dell’iniziativa che punta a un cambio di passo nell’alimentazione correggendo quegli errori che provocano malattie. Il primo nemico da combattere è l’obesità, da cui derivano patologie come il diabete che segnano la vita delle persone e impattano pesantemente sui costi della sanità.

Bisogna dunque intervenire sui più piccoli partendo da una alimentazione corretta che solo i prodotti agricoli italiani garantiscono. Ma spesso il consumatore non è messo in condizione di fare scelte consapevoli. Da qui la raccolta di firme avviata dalla Coldiretti per fornire indicazioni chiare e trasparenti. Il ruolo dei pediatri è fondamentale per divulgare alle famiglie italiane la migliore alimentazione per i bambini in particolare nella fascia da 0 a 3 anni che rappresenta il periodo di massima vulnerabilità e nella quale si pongono le basi, grazie anche a cibi sani, per una vita in salute. Il segretario generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, ha evidenziato la piaga crescente dell’obesità un problema che nasce da una alimentazione non corretta. Un tema – ha detto – che la politica dovrà incrociare.

Ha ricordato la battaglia della Coldiretti contro i cibi ultra processato che contengono fino a 60 additivi chimici. “noi – ha aggiunto- vogliamo una corretta informazione. Sulla confezione va scritto ciò che nuoce al bambino. E’ un dovere sociale curare gli aspetti che riguardano la provenienza del cibo”. Ha fatto riferimento a chi vuole imporre una nuova dieta globale fatta di cibi “cellulari”. “Ma noi abbiamo fatto due passi indietro. Undici università lavorano per nome e conto della Coldiretti e dalle prime risposte non ce ne è stata nessuna in grado di dire che questi prodotti alimentari non fanno male”. Da qui l’appello al principio di precauzione, perché bisogna fare prove per anni. Oscurantisti? “Lo sono coloro che non vogliono che si parli di questi temi”. Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha definito l’alleanza con i pediatri un momento importante per il futuro degli agricoltori. Se i pediatri si schierano infatti contro i prodotti realizzati in laboratorio non solo si garantisce la salute dei cittadini, ma si sostiene anche il futuro degli agricoltori italiani.

Prandini ha affermato che l’obbligo dell’origine non è chiusura ma trasparenza. Ha poi aggiunto che Coldiretti combatte la burocrazia, ma non quella che garantisce i controlli. “Le nostre filiere – ha asserito – sono le più sostenibili”, ma è importante rafforzare il racconto delle produzioni “la comunicazione è basilare per contrapporsi a modelli di comunicazione pericolosi”. Un esempio, quello delle bevande energetiche sempre più consumate dai giovani ” sono veleno allo stato puro”. Il riferimento poi alle mense scolastiche che devono avere anche un ruolo sociale: assicurare cibo di qualità a tutti i bambini. Questo fa un Paese lungimirante: fare inclusione attraverso il cibo. E i pediatri, secondo Prandini, hanno un ruolo da protagonisti per dare valore al racconto della trasparenza.Una linea pienamente condivisa dai medici. L’alimentazione dei bambini nei primi mille giorni pesa sulla salute della vita intera – ha dichiarato Antonio D’Avino, Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) –.

Per questo abbiamo deciso di sostenere l’iniziativa legislativa di Coldiretti: non solo aderendo come Federazione, ma anche raccogliendo firme negli ambulatori di tantissimi pediatri di famiglia italiani”. “Da zero a tre anni – ha sottolineato Ruggiero Francavilla, Professore Ordinario di Pediatria presso il Dipartimento Interdisciplinare di Medicina (DIM) e Responsabile dell’Unità Operativa semplice di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica presso l’Azienda Universitaria Ospedaliera del Policlinico di Bari – Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII – nel suo scambio continuo con il mondo esterno – dal cibo agli agenti patogeni – il bambino getta le basi per la sua salute di oggi e di domani. Per questo, nei primi mille giorni di vita, il bambino non può e non deve essere considerato alla stregua di un piccolo adulto. In quella fascia d’età, per peso corporeo e per funzionalità di alcuni organi, il piccolo è incapace di metabolizzare le quantità di contaminanti presenti nel cibo destinato agli adulti. “Siamo orgogliosi – ha aggiunto Luigi Nigri, vice presidente della federazione italiana medici pediatri di provare a costruire, insieme a importanti realtà del sistema produttivo e industriale, un futuro fondato sulla tutela della sicurezza alimentare del bambino.

Anche grazie al nostro impegno sui territori, scriveremo da oggi un nuovo capitolo di una storia iniziata al fianco di Coldiretti e Plasmon già nel 2022, con un’altra campagna a tutela della salute dei bambini, allora incentrata sulla sensibilizzazione riguardo ai rischi legati al cibo sintetico”. ”Da tempo, Plasmon dialoga in modo costruttivo con le Istituzioni nazionali e locali, Società Scientifiche ed operatori, per dar vita a un modello di filiera agroalimentare “Made in Italy” dedicata ai bambini 0-3 anni’’ – ha dichiarato Luigi Cimmino Caserta, Responsabile dei Rapporti istituzionali di Kraft Heinz per Plasmon e delegato di Filiera Italia per lo sviluppo delle attività di Relazioni istituzionali sul segmento materno infantile –. Con la firma , i pediatri formalizzano il proprio convincimento che italianità è sinonimo di sicurezza, anche nel piatto dei bambini.

Sarebbe auspicabile che il Ministero della Salute, in collaborazione con le Società scientifiche, valuti l’opportunità di dar seguito all’iniziativa di alcune Regioni, come la Lombardia, dando vita a vere e proprie Linee guida nazionali, in grado di orientare le scelte alimentari negli asili nido, dove i bambini da 0 a 3 anni d’età consumano fino a tre pasti al giorno, incluse le merende”. “Come tutte le caratteristiche legate alla qualità, anche la sicurezza è tutt’altro che gratuita, e richiede impegno, e in definitiva un’assunzione di responsabilità nei confronti dei consumatori, che solo un’alleanza fra tutti i player di sistema può rendere sostenibile – ha dichiarato Luigi Scordamaglia, Amministratore Delegato di Filiera Italia – crediamo fortemente nella sinergia fra Filiera Italia, Coldiretti e i pediatri italiani, resa possibile anche da partner come Plasmon, che da anni ha puntato sulla filiera italiana per promuovere un’alimentazione sana sin dalla prima infanzia”. Insomma il messaggio è chiaro: alleanze come questa promossa da Coldiretti e Filiera Italia sono strategiche per un racconto corretto della agricoltura italiana che mette nel piatto di grandi e piccoli materie prime in grado di garantire due fattori chiave: sicurezza e qualità.

(fonte: coldiretti)

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