Stop a carne sintetica e a denominazioni ingannevoli di prodotti a base di proteine vegetali

La scorsa settimana è stata approvata dalla Camera la legge che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali.

La legge sul cibo artificiale è un risultato che tutela la qualità, la salute e i primati Made in Italy e della dieta mediterranea, un modello alimentare che ha garantito agli italiani valori record di longevità e che – ha dichiarato Coldiretti – si è affermata a livello planetario tanto da classificarsi come migliore dieta al mondo del 2023 sulla base del best diets ranking elaborato dai media statunitense U.S. News & World’s Report’s.

La legge è dunque un impegno a difesa della dieta mediterranea ma anche – sottolinea la Coldiretti – un segnale importante per l’Unione Europea che, nel rispetto del principio di precauzione, ha già portato da oltre 40 anni a mettere al bando negli alimenti l’uso di ormoni che sono invece utilizzati nei processi produttivi della carne a base cellulare. Peraltro – precisa la Coldiretti – la Commissione Agricoltura dell’Europarlamento si è già espressa sulla carne artificiale coltivata nella risoluzione sulle proteine, respingendo a larga maggioranza un emendamento che individuava nelle proteine coltivate in laboratorio una delle possibili soluzioni al problema della dipendenza degli allevamenti europei dagli approvvigionamenti dall’estero.

Con la legge sul cibo artificiale è stato approvato anche il testo normativo che disciplina l’uso dei nomi carnei su prodotti a base di proteine vegetali, ponendo un freno e un chiaro divieto al fenomeno del meat sounding, la pratica per cui prodotti a base vegetale vengono posti in vendita con nomi che richiamano o citano espressamente prodotti a base di carne: ‘hamburger vegetale’, ‘bresaola di grano‘, ‘vegan mortadella’ sono solo alcuni esempi di questa anomala prassi di mercato.

 “E’ bene che il Parlamento abbia approvato tale norma che vieta l’uso di nomi carnei sui prodotti che la carne non la contengono – commenta Davide Calderone, direttore di Assica si tratta di una conquista culturale e di buon senso per la corretta concorrenza tra operatori del settore alimentare. Ora la norma andrà prontamente attuata per dare concretezza ai giusti principi che contiene”.

La norma è in linea con l’intervento della Corte di Giustizia Europea, che in materia di false attestazioni di denominazioni vegetali, ha dichiarato illegittimo il riferimento al latte per presentare sul mercato prodotti a base di soia.  Secondo la Corte di giustizia europea “i prodotti puramente vegetali non possono, in linea di principio, essere commercializzati con denominazioni, come ‘latte’, ‘crema di latte’ o ‘panna’, ‘burro’, ‘formaggio’ e ‘yogurt’, che il diritto dell’Unione riserva ai prodotti di origine animale” anche se “tali denominazioni siano completate da indicazioni esplicative o descrittive che indicano l’origine vegetale del prodotto in questione”. Con la sola eccezione del tradizionale latte di mandorla italiano. 

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