Grande attesa per il Salone della Dieta Mediterranea 2023 : l’intervista a Emilio Ferrara, Presidente Edamus

Emilio Ferrara, Presidente del Consorzio Edamus

Emilio Ferrara, presidente del Consorzio Edamus, organizzatore del DMED-Salone della Dieta Mediterranea, ci racconta in un’esclusiva intervista, della seconda edizione di questo atteso evento che si svolgerà dal 26 al 28 maggio presso il Next-nuova esposizione ex tabacchificio di Capaccio-Paestum.

1)Perché il Consorzio Edamus ha ideato e organizzato il DMED?

<<Il Consorzio Edamus raccoglie le esperienze di numerose aziende che lavorano nel mondo del food, del management e del marketing, con l’obiettivo di stimolare percorsi di internazionalizzazione dei prodotti e delle buone pratiche del Made in Italy.

Dunque, il consorzio ha ideato il DMED-Salone della Dieta Mediterranea, per offrire una visione omnicomprensiva degli aspetti preminenti di uno stile di vita esemplare, divenuto patrimonio UNESCO.

Infatti, l’obiettivo dell’iniziativa a carattere nazionale è quello di promuovere e valorizzare non solo uno stile alimentare salutare, ma anche un insieme di riti e usanze, saperi antichi, tradizioni, tipicità, eccellenze, valori, relazioni, che ruotano attorno ad esso e che si costituiscono al suo interno.

Sottolineando che il cibo assume anche il ruolo di legante sociale, di connettore di umanità, di occasione scambio e condivisione, ed espressione di identità.

Ancor più, l’intento è valorizzare la Dieta Mediterranea quale parte della cucina italiana di qualità, fiore all’occhiello fra le eccellenze italiane nel mondo e per questo candidata a patrimonio immateriale dell’umanità proprio come la Dieta Mediterranea.

Infine, si auspica che attraverso tale valorizzazione si possa diffondere un atteggiamento che riguarda salute, ambiente e cultura che convivono armonicamente nel formulare un vero e proprio stile di vita e un modello di sviluppo sostenibile da tutelare, tramandare e promuovere>>

2) La Dieta Mediterranea quale stile di vita inserito nel patrimonio immateriale UNESCO, come verrà raccontata al DMED 2023?

<<Grazie alle moltissime manifestazioni di interesse provenienti dal mondo istituzionale, degli operatori del food, del turismo, della cultura e dello sviluppo dei territori, la Dieta Mediterranea verrà raccontata attraverso molteplici punti di vista: istituzionale, scientifico, produttivo, gastronomico e culturale.

L’evento prevede convegni scientifici internazionali, grazie alla presenza della commissione europea e del CNR, che ha dichiarato il DMED tappa istituzionale per la celebrazione dei cent’anni del centro nazionale di ricerca, ma anche di istituzioni universitarie e di ricerca. Sarà presente, inoltre, un’ampia sezione espositiva con aziende agricole e alimentari, un’area master class, show cooking e il giardino Mediterraneo per la degustazione di tipicità, per letture e musica serale>>

3) Quali saranno gli ospiti istituzionali e del mondo dello spettacolo di questa nuova edizione?

<<Tra gli ospiti istituzionali avremoMirco Carloni, presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati; Fulvio Bonavitacola, vicepresidente ed assessore all’Ambiente della Regione Campania; Nicola Caputo, assessore all’agricoltura della Regione Campania; Franco Alfieri, presidente della Provincia di Salerno; Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta – Unione Nazionale; Valerio Calabrese, direttore del Museo Vivente della Dieta Mediterranea; Michele Buonomo, membro del direttivo di Legambiente Nazionale; Michelina Ruocco, dirigente Centro Nazionale di Ricerca(CNR); ci sarà anche la presenza la “Duquesne University” di Pittsburgh in visita con 50 studenti di facoltà sanitarie che parteciperà alle attività del salone e sarà accolta dal professor Giovanni Quaranta dell’Università degli Studi della Basilicata con una lectio magistralis sull’impatto socio-economico e i benefici dell’adozione dello stile di vita mediterraneo. Tra i personaggi dello spettacolo ci sarà

Milena Miconi, attrice che si cimenterà nel cooking show “La cucina va in scena”; Andy Luotto, attore, comico e cuoco; Manila Nazzaro, conduttrice Tv e radio oltre ad essere stata Miss Italia 1999; e, infine, importanti giornalisti come Gioacchino Bonsignore, giornalista Tg5 Mediaset; Anna Scafuri, giornalista Rai e Beppe Convertini, conduttore di “Linea Verde” e “Azzurro…Storie di mare” su Rai1>>

4). Il DMED rappresenterà anche l’occasione per approfondire i temi legati all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile , adottata dall’assemblea Generale dell’ONU, per la cura e la salvaguardia del nostro pianeta. Come le buone pratiche della Dieta Mediterranea si conciliano con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU?

<<L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, approvata dalle Nazioni Unite nel settembre 2015, è tra i primi documenti internazionali in cui la sostenibilità viene riconosciuta esplicitamente come uno strumento necessario per raggiungere un benessere diffuso. L’Agenda 2030 individua 17 Sustainable Devolpment Goals (SDGs) e 169 target che dovranno essere raggiunti entro il 2030.

In questo sistema di obiettivi si trova un riferimento esplicito alla sostenibilità dei sistemi food nel Goal 2 «Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile». Raggiungere il traguardo dell’SDG 2, come pure contribuire a tutta l’Agenda 2030, dipende in gran parte dalla transizione verso un sistema alimentare più sostenibile che sia in grado di produrre cibo sano per tutti e che sia resiliente alle pressioni ambientali, specialmente quelle legate al clima che si profilano all’orizzonte.

La Dieta Mediterranea risponderebbe a tutto questo, perché non solo fa bene alla salute, ma porta con sé anche benefici sociali, economici e ambientali.

La Dieta Mediterranea risulta essere un modello sostenibile perché richiede un impiego di risorse naturali e di emissioni di gas serra minore, infatti, i temi della stagionalità, del consumo di prodotti locali e della biodiversità si traducono concretamente in comportamenti sostenibili come la riduzione delle coltivazioni in serra, l’azzeramento dei costi di trasporto per merci in arrivo da paesi lontani o la rotazione delle colture. L’adozione di modelli alimentari e stili di vita come quello mediterraneo migliorano lo stato di salute con la conseguente riduzione delle malattie croniche causate da abitudini alimentari poco corrette e la riduzione della spesa sanitaria nazionale.

Il consumo di materie prime locali e stagionali, poi, comporta il ritorno comune della pratica alimentare conviviale, semplice, misurata, economica e naturale che da sempre si sviluppa nella famiglia e collegata alle vocazioni del territorio, delle stagioni, così proteggendo attivamente la propria salute e puntando consapevolmente a un benessere personale e collettivo.

Considerati gli effetti positivi su sfera sociale, economica e ambientale, si può considerare questo un modello altamente sostenibile e perciò scegliere la dieta mediterranea, sposandone lo stile di vita nella sua interezza, significa prendere consapevolezza dei limiti del proprio pianeta e prendersene cura>>

a cura di Lucia Odierna

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