Sono quasi 6 milioni gli italiani a vivere in povertà assoluta, persone che non possono permettersi le spese minime per condurre una vita quanto meno accettabile e sono obbligati a recarsi nelle mense o a ricevere pacchi di alimenti per mangiare. Anche per ovviare a questa situazione, e seppure con una dotazione finanziare limitata, la Manovra 2023 introdurrà il Reddito Alimentare.
Grande è la soddisfazione di ‘Spesa in Campagna-Cia‘ per l’arrivo di questa importante risposta all’emergenza povertà, perché rappresenta un segnale di responsabilità rispetto all’escalation dei casi di indigenza e disparità sociale, fatta di condizioni salariali e pensionistiche sempre più inadeguate e fiaccate dal caro-vita con l’inflazione a oltre l11%. Allo stesso tempo, la misura rappresenta un’azione concreta nella lotta allo spreco alimentare che ogni anno, in Italia, vede finire nella spazzatura più di 200 mila tonnellate di cibo buono.
Dunque, ‘Spesa in Campagna-Cia’, auspica che l’emendamento già approvato sul Reddito alimentare non trovi intoppi fino al voto di fiducia alla Manovra, atteso per oggi. I testo infatti dispone già di elementi interessanti di sviluppo, come la sperimentazione nelle città metropolitane, il coinvolgimento delle amministrazioni locali, della Gdo e, soprattutto, del Terzo settore.
“Siamo fiduciosi che ci sia ampio rispetto di questa misura -commenta la presidente della Spesa in Campagna-Cia, Beatrice Tortora– poi sarà importante capire modalità attuative, platea interessata e ruolo del nostro settore. Il Governo non dimentichi quanto abbiamo fatto, durante la pandemia, con mercati contadini e botteghe di prossimità, quanto la nostra presenza sul territorio e la qualità delle nostre produzioni siano un valore sociale ed economico per il Paese”.
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