Un anno da record per l’export italiano

Un’analisi Coldiretti, sulla base dei dati Istat, rivela una crescita da record per l’export agroalimentare italiano nel mondo che, secondo le previsioni, raggiungerà i 60 miliardi per la fine dell’anno. Il balzo è pari al 17,8% del commercio estero della filiera, anche se c’è il rischio che il contraccolpo dei rincari energetici che hanno colpito la produzione e i consumi a livello globale, possano rallentare la corsa.

La Germania resta il principale mercato di sbocco dell’alimentare, in aumento a gennaio-ottobre del 13%, davanti agli Stati Uniti, in salita del 20%, mentre la Francia si piazza al terzo posto ma mette a segno un tasso di crescita del 17%. Risultati positivi anche nel Regno Unito con un +18% che evidenzia come l’export di questo paese si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue. Balzo a doppia cifra anche nella Turchia di Erdogan (+25%) mentre il dato è negativo in Cina con un calo del 21%, e in Russia con un –7% fra sanzioni e guerra.

A trainare il Made in Italy nel mondo ci sono prodotti base come il vino, che guida la classifica dei prodotti Made in Italy più esportati, seguito dall’ortofrutta fresca.

Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia nazionale serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel rimarcare l’importanza di cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export. “Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati valorizzando il ruolo strategico dell’Ice con il sostegno delle ambasciate”.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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