Produzione di mele in Europa stabile rispetto al 2021. Bene l’Italia (+1,3%)

Il WAPA (World Apple and Pear Association) ha pubblicato le stime sulla produzione europea di mele del 2022. Le tonnellate prodotte dovrebbero attestarsi a circa 12.076.000, mantenendo i livelli del raccolto 2021. La Polonia, primo produttore europeo di mele, ha rivisto a ribasso le proprie stime iniziali a causa della carenza di manodopera stagionale proveniente dall’Ucraina.
Nel resto d’Europa la carenza di acqua in molti areali produttivi e il caldo eccessivo ha determinato una quota di frutti di calibro medio piccolo molto superiore alla media. È alta anche la quota di frutti che presenta una colorazione non soddisfacente e tutto ciò determinerà una maggiore quantità di prodotto da destinare all’industria di trasformazione. Le stime di Assomela indicano per l’Italia una produzione 2022 che ammonta a circa 2.080.000 tonnellate, in aumento di 26.500 tonnellate rispetto al 2021 (+1,3%).

Si tratta di una previsione che sarà aggiornata quando saranno disponibili i dati del raccolto delle varietà tardive. A livello regionale si registra una flessione della produzione nelle Province di Bolzano (-5,8%) e Trento (-4,3%) mentre in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna si osservano considerevoli incrementi del raccolto. La ripartizione varietale della produzione 2022 evidenzia che la metà del raccolto è costituito da Golden delicious (32%) e Gala (18%), mentre a seguire si posizionano Red delicious (10%) Fuji (7%), Granny Smith (7%), Cripps Pink (5%), Pinova ed Evelina (2%). Altre varietà nuove costituiscono il 9% dell’offerta complessiva.
La produzione biologica è stimata in circa 195 mila tonnellate ossia il 9,4% della produzione complessiva.

Le prime battute della campagna commerciale 2022/23 sono state caratterizzate da quotazioni all’origine in flessione su base annua. Infatti, nel mese di ottobre, i prezzi franco partenza dal magazzino del confezionatore, per tutte le principali varietà e piazze, hanno mostrato una tendenza negativa rispetto allo stesso periodo della campagna precedente. A questa tendenza generale fanno eccezione le mele di calibro medio e grande delle varietà Golden delicious, Fuji e Granny Smith.
Se si raffrontano i prezzi di ottobre 2022 con quelli del medesimo mese nel triennio 2018-2020 emerge una tendenza sostanzialmente positiva ma anche in questo caso non mancano eccezioni per alcune varietà o alcune piazze che mostrano variazioni negative.

La campagna 2021/22 si è chiusa con un peggioramento del saldo della bilancia commerciale delle mele rispetto alla campagna precedente, sebbene lo stesso resti ampiamente positivo. Tale risultato è riconducibile principalmente alla flessione delle esportazioni dell’11% circa. La riduzione dei volumi esportati è stata parzialmente bilanciata dall’aumento del prezzo medio (+4,8%). Le importazioni, viceversa, sono cresciute del 41% ma la relativa spesa è stata calmierata dalla riduzione del prezzo medio (-22%).
È difficile fare una previsione per la campagna commerciale 2022/23 in quanto il contesto internazionale è molto incerto a causa della guerra tra Russa e Ucraina e tutti i problemi che da questo conflitto scaturiscono. Le mele sono certamente un prodotto che continuerà ad avere un ruolo centrale per gli acquisti di frutta delle famiglie europee ma le esportazioni italiane verso i paesi extraeuropei potrebbero essere penalizzate dall’estrema incertezza del contesto economico e logistico globale.

Dati incoraggianti per le vendite al dettaglio. In tempi di rincari e riduzione del potere di acquisto delle famiglie, le mele consolidano la loro posizione nel paniere alimentare. Infatti, nei primi due mesi della campagna commerciale 2022/23, gli acquisti al dettaglio di mele confezionate registrano un aumento degli acquisti in volume (+6,9%) accompagnato da una flessione del prezzo medio (-4,1%). Particolarmente positiva la vendita di mele bio che su base annua registrano una crescita dell’11,2% in volume.

L’aumento dei prezzi dei mezzi di produzione – concimi ed energia su tutti – pongono la filiera delle mele in una condizione difficile riducendo i margini di cui gli operatori possono beneficiare. Inoltre, il clima di forte incertezza che caratterizza il contesto economico globale accresce le difficolta per il settore.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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