I consumatori rinunciano alla qualità per prezzi più bassi: pericolo per le eccellenze italiane

Le scelte alimentari degli italiani vengono influenzate dai prezzi delle materie prime. Il Direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di FederdistribuzioneCarlo Alberto Buttarelli, commenta i dati Istat sulle vendite al dettaglio di luglio, che rilevano una crescita sul mese precedente (+1,3%), determinata sia dai beni alimentari (+1,2%), sia da quelli non alimentari (+1,3%). Carlo Alberto Buttarelli si esprime in merito alla contrazione dei consumi e afferma che questa situazione dipende dal clima d’incertezza delle famiglie, che stanno modificando le proprie scelte d’acquisto. Si registra, infatti, una contrazione delle vendite di prodotti di fascia premium, e una crescita delle fasce di primo prezzo, un chiaro segno di un maggiore orientamento alla convenienza, con un trend che se fosse confermato nei prossimi mesi metterebbe a rischio le filiere produttive italiane di eccellenza

Carlo Alberto Buttarelli sostiene: “I dati relativi alle vendite al dettaglio di luglio risentono della recente accelerazione dell’inflazione e registrano l’effetto positivo del periodo estivo e della voglia delle famiglie di ritrovare una nuova normalità dopo due estati influenzate negativamente dalla pandemia. Analizzando i dati tendenziali, però, emerge come l’andamento dei volumi di vendita continui a registrare segnali di rallentamento”.

Buttarelli prosegue: “In questo contesto, inoltre, cresce la ricerca di prodotti con un ottimo rapporto qualità-prezzo, come quelli a Marca del Distributore, che registrano una crescita di un punto percentuale della quota di mercato. Le aziende della Distribuzione Moderna hanno sacrificato in questi mesi parte dei propri margini per tutelare il potere di acquisto delle famiglie, rallentando la spinta inflazionistica dovuta all’aumento dei prezzi delle materie prime.”

Afferma Buttarelli: “Oggi, la pressione dei costi energetici, più che triplicati in poche settimane, mette a rischio la tenuta economica delle imprese che, senza interventi immediati da parte del Governo, potrebbero essere costrette a chiudere numerosi punti vendita.”

Buttarelli conclude: “Un’incidenza così forte dei costi sui conti economici delle aziende rischia altresì di alimentare ulteriormente la spirale inflazionistica del Paese e appesantire il peso delcarrello della spesa di altri 2 o 3 punti percentuali, rispetto al +9,7% già registrato ad agosto. Uno scenario drammatico per i consumi interni e per il livello di fiducia delle famiglie”.

a cura della redazione © Riproduzione riservata 

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