Produzione di olive in calo a causa del caldo

Nel 2022 è previsto un calo nella produzione del settore olivicolo italiano. Secondo le stime di Cia-Agricoltori Italiani si calcola un -30% che rischia di compromettere la prossima campagna per quanto riguarda Puglia, Sicilia, Campania e Calabria. Questo calo è causato dalle avverse condizioni climatiche: nonostante l’olivo sia resistente alla siccità, il caldo anomalo a maggio, nel periodo di fioritura, e lo stress idrico a luglio, durante la fase di accrescimento, hanno fatto sì che la polpa si disidratasse. Questo comporta una compromissione dello sviluppo della pianta, con la conseguente riduzione dell’olio

Col mix di caldo e siccità, la pianta si trova, dunque, costretta a sacrificare parte della sua produzione e in alcuni casi sono già visibili frutti secchi, segno tangibile degli scompensi climatici. Ai problemi determinati dal clima, si aggiunge anche la minaccia incombente della mosca olearia, il parassita più preoccupante per gli uliveti italiani. In fase di pre-raccolta in autunno, il pericolo insetto potrebbe, infatti, danneggiare ulteriormente la quantità e la qualità delle produzioni.

Sono, dunque, necessari per l’olivicoltura invasi e infrastrutture idriche moderne, oltre a una migliore gestione del suolo, con tecniche volte al contenimento delle perdite idriche. Il settore olivicolo italiano è attualmente uno dei protagonisti più importanti a livello internazionale

Nell’ambito del bacino del mediterraneo, dove si concentra oltre il 75% della produzione mondiale di olive, l’Italia, insieme alla Spagna, alla Tunisia e alla Grecia gioca un ruolo fondamentale. La produzione nazionale incide per il 15% su quella mondiale e il settore si caratterizza per essere il secondo esportatore dopo la Spagna.  

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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