Oltre 7 milioni di italiani scelgono agriturismi per le loro vacanze

Oltre 7 milioni di italiani, più del 30% di quelli che da luglio a settembre sono in vacanza, hanno scelto agriturismi, vicino a piccoli borghi, vivendo realtà agricole e mangiando prodotti freschi locali, da riportare anche a casa; e sono prevalentemente famiglie e comitive spesso con animali domestici in viaggio dai 4 ai 7 giorni. Ad informarci di tutto ciò è Cia-Agricoltori Italiani che in ricognizione tra le strutture aderenti a Turismo Verde e la sua Associazione per la promozione agrituristica, evidenza in tutta Italia una stagione estiva vicina ai numeri pre-pandemia (più di 8 milioni di presenze nel 2019), con prenotazioni per il Ferragosto da un mese già chiuse.

Lungo la penisola -spiega Cia- la ripresa del turismo, con 22 milioni di italiani in viaggio, al mare (44%), nei centri rurali (21%) e in montagna (15%), si fa sentire soprattutto nelle strutture agrituristiche con disponibilità di camere, agricampeggio e in zone già vocate alla ricettività. La domanda resta, in alcuni casi e specie nell’entroterra, ancora instabile. A incidere di più le disdette causa Covid, tra il 10 e il 20%, che si spera di recuperare con le prenotazioni last minute.

Inoltre -aggiunge Cia- anche negli agriturismi c’è il ritorno degli stranieri (l’Italia ne stima per l’intera estate circa 33 milioni, il triplo rispetto al 2021). Già da maggio gli americani e ora, soprattutto, inglesi (+36%) e tedeschi (+32%). In buona parte, si tratta di riconferme e passaparola, con prenotazioni di clienti storici e amici. Stessa cosa per il turismo interno. In aumento i viaggi alla riscoperta dell’origini, come dall’Olanda al Molise.  

In generale -secondo Cia- la tenuta del settore agrituristico, e delle sue 25 mila imprese, è ancora assicurata dalla natura stessa del comparto, sensibile alle esigenze dei cittadini, come ampiamente dimostrato in pandemia, e pronto a soddisfare, in modo innovativo, sempre nuovi bisogni. Tra le tendenze che si consolidano, Cia evidenzia la vacanza sostenibile e sicura, a contatto con la natura e gli animali, imparando a fare la pasta e a curare gli alveari, condividendo il lavoro agricolo come la lavorazione del formaggio. Infine, andando alla ricerca dei mercati contadini per fare provviste utili al rientro, come raccontano da la Spesa in Campagna, Associazione Cia per la vendita diretta.

L’aumento dei costi produttivi, di luce e gas in particolare -dichiara il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini è ancora troppo sulle spalle delle aziende agrituristiche ed è anche per loro che stiamo sollecitando un’azione di governo realmente incisiva e prima delle elezioni a settembre. Sulla stagione turistica in corso, ci sono previsioni più che positive e ci auguriamo -conclude Fini- che portino alla fine buoni risultati anche alle nostre strutture”.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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