Filiere di qualità: consumi a rischio

Secondo i dati Istat, nel mese di giugno si registra una forte decrescita sulle vendite al dettaglio rispetto al mese precedente (-1,1%), ottenuta dalla flessione dei beni non alimentari (-2,2%), non equilibrata da una modesta crescita di quelli alimentari (+0,4%).

«Assistiamo ad una contrazione generale delle vendite e ad un aumento molto contenuto delle vendite in valore dei beni alimentari per il forte effetto dell’inflazione, ma a livello tendenziale si accentua l’andamento negativo delle vendite in volume del comparto food (-4,4%) e del comparto non food (-3,3%) per effetto del clima d’incertezza economica, in peggioramento, che grava sulle famiglie», commenta Carlo Alberto Buttarelli, Direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione.

«Istat registra a luglio un calo sensibile della fiducia dei consumatori, che tocca un minimo che non si registrava da maggio 2020, in piena pandemia. Tra le voci che compongono l’indice di fiducia dei consumatori, tutte in calo, le diminuzioni più marcate sono quelle relative al clima economico e a quello futuro. È un dato – aggiunge Buttarelli – che preoccupa in vista dei prossimi mesi: in autunno, per l’impatto congiunto di questo sentiment negativo e degli effetti dell’inflazione, potrebbe accentuarsi una contrazione dei consumi. Qualora le azioni messe in atto dai consumatori, per difendersi dall’impatto dell’aumento dei prezzi sui propri bilanci, riguardassero una maggiore ricerca di risparmio e convenienza a discapito della qualità dei prodotti, potrebbero essere significativamente penalizzate le filiere produttive italiane di eccellenzaRimane quindi fondamentale per i prossimi mesi difendere il potere d’acquisto delle famiglie – conclude Buttarelli –, a cominciare dai nuclei a reddito basso e con figli, per dare sostegno ai consumi e garantire, di conseguenza, stabilità all’economia del Paese».

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