Cereali: prezzi e produzione in oscillazione

Nonostante le incognite dello scenario mondiale e dopo i rialzi dei mesi scorsi, i prezzi dei grani teneri nazionali hanno mostrato dei segnali di flessione al termine dell’annata 2021/2022. Oltre alle quotazioni nel mercato europeo, le tanto attese piogge nel Nord Italia, hanno contribuito alla diminuzione dei prezzi, che rimangono ugualmente elevati rispetto all’annata 2021. Secondo l’analisi mensile realizzata da BMTI sui dati delle Camere di commercio e delle Borse Merci per il 2022 si registrano, infatti, listini pari al +66% per il grano tenero (parti a 390€/t) e del +56% per la farina all’ingrosso.

Grano duro: prezzi in aumento in chiusura di campagna

Nonostante le ridotte disponibilità di grano duro nazionale dello scorso anno, la fine della campagna commerciale 2021/2022 ha mostrato un aumento dei prezzi che a maggio hanno raggiunto il loro culmine sfiorando i 550€/t, dato confermato nel mese di giugno. In definitiva, la campagna si chiude con un rincaro dei prezzi pari a +85% rispetto all’annata precedente. Per quanto riguarda il raccolto, i dati su rese e qualità non sono ancora completi. Le stime di giugno della Commissione Europea parlano di un raccolto di 4,1 milioni di tonnellate per l’Italia, il Coceral prospetta una stima più contenuta (3,8 milioni di tonnellate). A livello europeo, la produzione attesa è in calo rispetto al 20217,6 milioni di tonnellate a confronto dei 7,8.

Grano tenero: segnali di ribasso in chiusura di campagna

Dopo i rialzi osservati in avvio di maggioi prezzi dei grani teneri nazionali hanno mostrato dei segnali di cedimento nelle battute conclusive dell’annata, tra fine maggio e inizio giugno. Oltre ai ribassi delle quotazioni estere, a pesare sono state le precipitazioni registrate in Nord Italia, che hanno almeno parzialmente attenuato i timori di riduzione di resa del nuovo raccolto a causa della siccità dei mesi scorsi.

Con le operazioni di trebbiatura prossime al via, le stime disponibili sul raccolto italiano oscillano tra i 2,5 milioni di tonnellate previsti dalla Commissione Europea a inizio giugno e i 2,8 milioni di tonnellate indicati dal Coceral a maggio. Nonostante i ribassi, i prezzi hanno chiuso comunque l’annata 2021/2022 su livelli record. Il grano tenero destinato alla panificazione si è attestato in avvio di giugno sopra i 390 €/t sulle principali piazze di scambio, il 65% in più rispetto alla chiusura dell’annata 2020/2021.

Ancora più ampio l’aumento registrato per i grani di forza, di migliore qualità, che chiudono l’annata in crescita del +75% rispetto alla precedente. Restano elevati anche i prezzi all’ingrosso della farina, che rispetto a maggio 2021 mettono a segno un rialzo del +56%.

I prezzi del mais tornano in calo in avvio di giugno. Orzo, raccolta in corso e prime quotazioni.

Il mercato del mais in Italia è stato segnato a cavallo tra fine maggio e inizio giugno da una fase di deciso ribasso dei prezzi. Oltre all’arrivo delle precipitazioni in Nord Italia, sul calo delle quotazioni ha inciso la pressione dell’offerta a cui si è contrapposta una domanda zootecnica limitata.

I prezzi del mais standard sono scesi nella prima settimana di giugno sui 360-365 €/t, mantenendo però una crescita del 36% rispetto allo scorso anno. Dallo scoppio del conflitto, invece, le quotazioni hanno guadagnato il 23%. Riviste in rialzo le stime della Commissione Europea sul prossimo raccolto in Italia, previsto ora sui 6,2 milioni di tonnellate, in crescita del 3,6% rispetto al 2021 e in linea con la media del quinquennio 2017-2021.

A raccolta non ancora ultimata (la Commissione Europea stima una produzione di 1,1 milioni di tonnellate), giungono dalle Borse Merci le prime quotazioni del nuovo raccolto di orzo. A Milano il prezzo d’esordio dell’orzo nazionale pesante si è attestato sui 315-325 €/t, superiore del 62% rispetto alla prima quotazione della scorsa annata.

Volatilità per i prezzi dei cereali internazionali tra conflitto russo-ucraino, protezionismo e clima avverso

Mese di maggio all’insegna della volatilità per i listini internazionali dei cereali, con il conflitto russo-ucraino che continua ad alimentare forti incertezze tra gli operatori. Il future sul grano tenero al Matif di Parigi ha aggiornato al rialzo i massimi storici oltre quota 430 €/t in corrispondenza dell’annuncio a metà maggio del blocco all’export di grano da parte dell’India.

Quotazioni in parziale rientro nella seconda metà del mese sulla scia delle aspettative di un accordo tra Russia e Ucraina per lo sblocco dei flussi commerciali in partenza dai porti ucraini, in particolare da Odessa, snodo cruciale dell’area del Mar Nero. Aspettative in ridimensionamento già in apertura di giugno. Ad acuire le tensioni l’atteso calo della produzione francese di grano tenero (-3% rispetto alla campagna 21/22 secondo le ultime stime della Commissione Europea), di cui il paese d’Oltralpe è primo produttore in Europa, a causa di una perdurante fase siccitosa.

Dinamica simile per il future sul mais che a Parigi si avvicina ai massimi per poi arretrare nella seconda parte di maggio, assestandosi a fine mese sui 330 €/t. Resta sotto pressione la soia, con il future alla borsa di Chicago che si mantiene a maggio sulla soglia record di 17 $/bushel.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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