Record nell’export di pesche nettarine: +26,5%

Bene le pesche nettarine sui mercati esteri. Dopo mele, uva da tavola e kiwi, le pesche/nettarine sono il quarto prodotto più esportato dall’Italia. Secondo Fruitimpresa, elaborando i dati Istat sull’export, la quantità di pesche/nettarine esportate è di 970000 tonnellate pari al +25,8% sull’anno precedente che si tramuta in 137,4 milioni di euro per un + 26,5% sull’anno precedente. L’ortofrutta nel complesso ha stracciato record nell’export sia in volumi 5,2 miliardi € (+8,3%), che in quantità (+1,8% pari a 3,6 milioni/tons). Il valore dell’export complessivo supera i 5,2 miliardi di euro, il valore dell’import si ferma a poco meno di 4,18 miliardi.

Intanto si sta concludendo la campagna delle produzioni invernali, con le pere che hanno già esaurito le scorte al termine di una stagione terribile per mancanza di prodotto (-70/80%), restano un po’ di mele Fuji e Pink Lady e un po’ di kiwi, al massimo un altro mese di commercializzazione.


Secondo Giancarlo Minguzzi, presidente di Fruitimpresa Emilia Romagna:“La competitività delle imprese dell’ortofrutta è messa a dura prova in questi primi mesi del 2022 dagli aumenti dei costi fuori controllo dell’energia, trasporti, imballaggi, concimi, fertilizzanti, e non ci stanchiamo di chiedere una corretta redistribuzione di costi e responsabilità lungo l’intera filiera produttiva e distributiva. Chiediamo il taglio delle accise sui carburanti per le attività di trasporto e logistica, strategiche per il nostro settore, e agevolazioni sui costi dell’energia per le nostre imprese che nei magazzini e nelle celle frigorifere registrano alti consumi per la lavorazione e la conservazione dei prodotti”.

In vista della prossima stagione estiva “le produzioni di pesche/nettarine non dovrebbero mancare, in quantità e qualità, però le tensioni internazionali e la guerra tra Russia e Ucraina stanno spaventando i mercati esteri che forse non risponderanno come nel 2021, per cui grazie anche alla qualità delle produzioni confidiamo molto sui consumi nazionali”.

Infine il dramma dei profughi ucraini. “Molte nostre imprese si stanno preparando per offrire ospitalità e lavoro alle migliaia di uomini e donne in fuga dagli orrori della guerra in Ucraina. La loro presenza in Italia trasforma una emergenza in una opportunità per il nostro settore che soffre di carenza di manodopera e che ha grande necessità di forze nuove alla vigilia delle grandi campagne di raccolta primaverili-estive”

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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