Donne rurali: diminuire il gender gap sull’imprenditoria agricola

Le donne rurali sono fondamentali per lo sviluppo economico e sociale di tante aree difficili del mondo ma è ancora netto il gender gap sull’imprenditoria agricola femminile che vede solo il 13% delle aziende agricole gestite da una donna. In Italia, però, il tasso di femminilizzazione è tra i più alti con 1 impresa su 3 gestita da donne, dati riportati dalla Copagri in occasione della “Giornata internazionale delle donne rurali”, celebrata il 15 ottobre ed istituita nel 2007 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per contribuire a riconoscere il ruolo chiave delle donne nel promuovere lo sviluppo rurale e agricolo, contribuendo alla sicurezza alimentare e allo sradicamento della povertà rurale.

Vale la pena di ricordare che le donne rurali rappresentano oltre un quarto della popolazione mondiale e, con riferimento ai soli paesi in via di sviluppo, costituiscono quasi la metà della forza lavoro agricola (il 43% circa), contribuendo concretamente alla produzione agroalimentare; anche nel nostro paese, dove si contano oltre 200mila imprenditrici agricole, le donne rurali rappresentano poco meno della metà della forza lavoro agricola (il 40% circa)”, sottolinea il direttore generale della Copagri Maria Cristina Solfizi, spiegando che “in Italia l’agricoltura è uno dei settori con il più alto tasso di femminilizzazione, grazie a circa 1 impresa su 3 a conduzione femminile, con percentuali addirittura più alte nel mondo degli agriturismi, dove le strutture gestite da donne sono quasi 9.000”.

“A testimoniare, però, quanto sia ancora lunga la strada per arrivare a colmare il cosiddetto gender gap c’è il significativo dato in base al quale, a fronte dei numeri poc’anzi richiamati, meno del 13% dei proprietari di terreni agricoli è donna”, fa notare il direttore generale, ad avviso del quale “si tratta di un pericoloso trend da invertire quanto prima”.

Per tale ragione, iniziative come quella odierna, seppur profondamente simbolica, devono servire a rimarcare l’esigenza di interventi strutturali che permettano alle donne di dedicarsi all’impresa e al contempo alla famiglia, garantendo l’insediamento, la permanenza e la crescita delle aziende ‘rosa’, e a rilanciare al contempo l’importanza del ruolo delle donne rurali, il cui lavoro è fondamentale dal punto di vista produttivo, ma anche sociale e umano, senza dimenticare la naturale propensione femminile nei confronti dell’innovazione e della multifunzionalità”, conclude Solfizi.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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