Lo smart working mette in pericolo i ristoratori

L’analisi della Cna riporta dati preoccupanti: lo smart working a cui saranno costretti 5 milioni di italiani potrà compromettere le entrate della ristorazione che già nel 2020 ha dimezzato il suo fatturato. I ristoratori, secondo le stime della Coldiretti, hanno potuto tirare un sospiro di sollievo solo durante la scorsa estate dove un boom di vacanzieri hanno fatto guadagnare circa 20 miliardi di euro in soli 3 mesi.

L’estate in zona bianca per l’intera Penisola ha determinato un significativo incremento dell’ospitalità e degli incassi per la ristorazione con un valore superiore ai 20 miliardi di euro durante gli ultimi tre mesi. E’ quanto stima la Coldiretti in riferimento all’analisi della Cna nel sottolineare che con il rientro dalle vacanze nelle città è allarme smart working in bar, pub, ristoranti, trattorie, pizzerie e agriturismi a causa dell’azzeramento delle pause pranzo. Lo smart working riguarda 5 milioni di persone collegate all’ufficio dalla cucina, dal salotto, dallo studio o dalla camera da letto di casa e colpisce soprattutto i locali situati nelle aree delle città con forte presenza di uffici.

Una situazione che, dopo gli importanti segnali di ripresa, rischia di avere un pesante impatto a cascata sull’intero sistema agroalimentare nazionale con oltre un milione di chili di vino e cibi invenduti dall’inizio della pandemia, secondo la Coldiretti. Per mangiare fuori casa è destinato oltre 1/3 del totale dei consumi alimentari delle famiglie italiane con una tendenza all’aumento che non si è mai arrestata prima dell’emergenza Covid, mentre nel 2020 si è dimezzato (- 48%) il fatturato della ristorazione, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Ismea. Ma dopo lockdown, coprifuoco e limitazioni nei posti a sedere si è rimesso in moto un sistema, anche con il green pass, che complessivamente coinvolge 360mila locali della ristorazione, 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 4 milioni di posti di lavoro. 

La svolta positiva è evidente con quasi due italiani su tre (65%) che hanno mangiato fuori in vacanza secondo l’analisi Coldiretti/Ixè. Il cibo nell’estate 2021 si è classificato come la voce principale del budget delle famiglie in vacanza tra consumo di pasti fuori ma anche per acquisto di alimenti o di souvenir o specialità enogastronomiche.

a cura della redazione © Riproduzione riservata

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