La utilizzazione delle piante spontanee alimentari era ben nota nel passato in occasione di calamità come carestie o guerre e tra le popolazioni più povere per rendere meno grave la fame, tanto che nel 1767 il medico Targioni-Tozzetti coniò il termine “Alimurgia” (dal latino “Alimenta urgentia”), inteso come l’uso di piante spontanee da utilizzare come alimento in caso di necessità.
La regione Campania, grazie alla presenza di territori geografici differenziati, è ricchissima di tradizioni relative alla utilizzazione delle piante alimentari spontanee che entrano a far parte di molti piatti tradizionali (minestra terrana, minestra maritata, mallone, ecc.), il cui valore salutistico è stato ampiamente riconosciuto attraverso la Dieta Mediterranea.
La conoscenza e la utilizzazione delle piante spontanee alimentari è una strada efficace per recuperare e diffondere le tradizioni di un territorio ma può essere anche molto di più. Oggi, le piante alimentari spontanee non solo possono entrare a far parte della preparazione di innovative, gustose e stuzzicanti insalate, minestre, marmellate o conserve ma, grazie ad alcuni componenti bio-attivi, possono aggiungere un valore salutistico alle preparazioni nelle quali vengono integrate.
Nella seguente tabella sono riportate le specie, e le rispettive parti utilizzate,comprese in uno studio condotto per valutare il valore nutrizionale e alcune componenti nutraceutiche di 16 piante alimentari spontanee, tra cui la rucola, raccolte nel territorio della provincia di Salerno (Parco del Cilento, Vallo di Diano, Alburni e Valle dell’Irno).
Dalla ricerca è emerso che le specie analizzate avevano, mediamente, un basso contenuto calorico e sono risultate piuttosto omogenee per quanto riguarda il valore nutrizionale. Il contenuto di lipidi, pur non essendo alto, è risultato costituito in maggioranza da acidi grassi insaturi per 11 specie su 16, con prevalenza di omega-3 e -6, seppure con differenze tra le specie. Il contenuto in fibra è risultato paragonabile a quello di altre specie orticole da foglia ordinariamente consumate mentre il contenuto proteico è risultato più elevato rispetto a bietola, cicoria, lattuga e spinacio.
Il contenuto in minerali, (quali potassio, calcio, magnesio, rame, ferro, manganese, zinco, selenio), nutrienti essenziali per numerose funzioni dell’organismo e per i benefici effetti sulla salute, di particolare interesse inoltre per l’alimentazione vegana, la ricerca ha messo in evidenza che le piante studiate possono essere considerate una buona fonte di minerali, utili per raggiungere il fabbisogno giornaliero consigliato, anche in questo caso con differenze tra le specie. Ad esempio il chenopodio è risultato avere un elevato contenuto in potassio mentre la parietaria di calcio. Più in generale, possiamo dire che le specie considerate possono essere considerate una importante fonte di minerali come calcio, magnesio e zinco, con un basso rapporto sodio-potassio.
Le specie esaminate, infine, hanno evidenziato tutte la presenza di un buon contenuto in polifenoli, anche se con differenze tra le specie.
Il basso valore calorico, accompagnato dalla presenza di fibra e di omega-3 e -6, il contenuto proteico sufficientemente elevato e, soprattutto, la favorevole disponibilità di minerali e polifenoli suggeriscono la possibilità di introdurre in coltivazione, con idonee tecniche agronomiche, alcune di queste specie da utilizzare in opportune combinazioni, anche con altre specie ordinariamente consumate, per ottenere piatti nutrienti e bilanciati, anche per quanto riguarda il contenuto in sodio, di elevato valore nutraceutico, di particolare interesse per le diete vegetariane e vegane, ma non solo.
De Falco E., Zanti R., Senatore A., Vitti A., 2019. Opportunities of spontaneous edible plants collected in southern Italy (Campania Region) as functional food. It. J. Agronomy, 14, 4. https://doi.org/10.4081/ija.2019.1540.