Il caffè italiano candidato a Patrimonio dell’Umanità Unesco

Conclusa al Mipaaf l’istruttoria delle proposte di candidature che ha portato il Rito del caffè espresso italiano tradizionale e la Cultura del caffè espresso napoletano ad essere inserite nell’Inventario dei Prodotti agroalimentari italiani (INPAI).
Il Gruppo di lavoro UNESCO del Mipaaf ha quindi deciso di proporre le candidature e di inviare la documentazione alla Commissione Nazionale dell’Unesco che dovrà decidere l’avvio del procedimento per l’inserimento nel patrimonio immateriale dell’umanità di un elemento che ha importanti risvolti culturali, sociali, storici e di tradizione.
La priorità per l’elemento Rito del caffè espresso italiano tradizionale, a parità degli elementi costitutivi del dossier, è stata determinata dalla presentazione della relativa proposta all’inizio del 2019 mentre quella della Cultura del caffè espresso napoletano è stata presentata alla metà dello scorso anno.
Dopo la scadenza del termine per la presentazione delle candidature, prevista per il 31 marzo, l’Unesco sarà chiamata a pronunciarsi sulla proposta di candidatura.

Questa candidatura ha riportato anche un certo ottimismo negli attori della filiera: nel 2020 il comparto ha creato un giro d’affari export pari a 1.3 ML di euro rispetto ai 1.4 ML di euro del 2019 (dati Istat), con un numero di addetti paria 10.187 (fonte Unioncamere-Infocamere).

 “Uno spiraglio di speranza che dona linfa vitale ad una filiera messa in ginocchio dalla crisi economica, ma che mantiene salde le radici legate ad un passato di tradizione tutta italiana” – dichiara Alessandro Bianchin, Presidente del G.I.T.C., Gruppo Italiano Torrefattori Caffè – il rituale metodo di preparazione espresso italiano è simbolo di tradizione italiana da nord a sud, capace di legare antiche e nuove generazioni: per questo sosteniamo da tempo e con forza il suo riconoscimento a Patrimonio Immateriale dell’Unesco”

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