Impasta che ti passa: il pane e il ritorno dei convivi

Pane di saragolla PandeiPani fatto da Helga Liberto. Foto di Valentina Gaudiosi

Il pane racchiude la concretezza del cibo di prima necessità e il valore profondo della ritualità ancestrale. Il suo valore simbolico è infinito, possiamo citare alcune forme linguistiche che sono parte del nostro quotidiano e che riguardano il pane: si lavora per “portare a casa il pane”,si emigra per “un tozzo di pane”, se si è poveri o ammalati ci si nutre a “pane e acqua”, se si è brave persone, si è “buoni come il pane”.

Il pane ha una presenza forte e concreta su ogni tavola e in ogni cultura. Ha dato vita a forme relazionali, aggregative e artistiche. Il consumo annuo pro-capite di pane ammonta in Italia a circa 41 Kg (sondaggio di ITALMOPA presentato a SIGEP 2020  prima dell’emergenza sanitaria).

Il consumo di pane in Italia, durante il 2020 a partire dalle restrizioni socio-organizzative da Covid-19, ha fatto registrare una crescita del consumo pro-capite pari al 10% secondo l’Associazione Italiana Bakery Ingredient (AIBI), definendo una inversione di tendenza che ha visto preferire gli acquisti presso i negozi di prossimità. Dopo 10 anni sono infatti ritornate in auge le panetterie sotto casa, preferendo nettamente il pane artigianale fresco e croccante sfornato la mattina all’alba!

Oltre all’aumento del consumo di pane in pandemia, è noto quanto sia cresciuta la tendenza a prepararlo in casa, soprattutto durante i mesi più duri delle misure di contenimento. Attraverso la panificazione, si è ritrovato il senso della tradizione e della famiglia, come ha osservato Palmino Poli, il Presidente di AIBI. Grazie alla realizzazione di pane, dolci e pizze a casa, si è dato forma, inoltre, alla ritualità ancestrale della creazione, che ha permesso di percepire una sorta di normalità in una situazione in cui tutti gli schemi umani e sociali sono saltati.

Impasta che ti passa è sembrato essere l’imperativo, il passatempo e anche il divertimento. Il pane, rinvenuto nel sarcofagi egizi e nei ritrovamenti nelle culinae e nei forni delle case dei pompeiani conservate dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., ancora una volta ha assunto un valore simbolico e rassicurante ben più alto del semplice cibo che fa parte della consuetudine alimentare di ogni italiano. I profumi del pane ci guideranno anche al ritorno dei convivi, li riconosceremo subito: sono le fragranze che hanno accompagnato l’uomo in tutta la sua storia!

Loredana Parisi* © Riproduzione riservata

*Sociologa esperta in comunicazione
 Fondatrice del progetto PiantaGrani

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui