La burocrazia frena il decollo dell’Agroenergia

Un impianto di Biogas

La produzione di energia “verde” in Italia sta scontando i ritardi nell’emanazione di norme e decreti attuativi che stanno di fatto mutilando i progressi di un comparto fondamentale non solo per il raggiungimento degli obiettivi di politica ambientale, ma anche per la sostenibilità agronomica ed economica del settore agricolo e zootecnico. A denunciarlo, il direttore della storica rivista specializzata L’Informatore Agrario, Antonio Boschetti, che nell’ultimo numero del settimanale punta i riflettori sul vicolo cieco burocratico in cui è costretto il mondo delle agroenergie, in attesa da oltre 3 anni del provvedimento interministeriale di iniziativa del ministero dello Sviluppo economico volto a normare l’incentivazione per la costruzione di nuovi impianti a energia rinnovabile diversa dal fotovoltaico (tra cui le biomasse legnose).

Si tratta del “Fer 2”, un decreto “fantasma” che dovrebbe essere emanato di concerto con i ministeri delle Politiche agricole e dell’Ambiente e consentirebbe di formulare il quadro normativo e di incentivi per gli impianti di biogas: un intervento più volte rimandato e promesso dal Governo in ultima istanza entro marzo 2020, oggi ancora un miraggio. A farne le spese, la produzione di impianti di potenza superiore a 100 kW elettrici, ad oggi esclusi dall’accesso diretto agli incentivi e quindi ferma; gli impianti di biogas entrati in esercizio prima di fine 2007, in attesa di un’ulteriore incentivazione di 15 anni che consenta il proseguimento dell’attività dopo l’imminente scadenza della tariffa omnicomprensiva; e i 1.000 impianti di biogas (con tariffa 0,28 euro/kWh elettrico) che giungeranno a fine incentivo nei prossimi 2-3 anni, ancora senza indizi per il futuro. Ma non solo. Le proroghe di alcune scadenze concesse per far fronte all’emergenza Covid-19 hanno generato delle incongruenze per gli imprenditori intenzionati a convertire un impianto da “biogas elettrico” a biometano, rendendo troppo rischioso l’investimento. Questo stallo legislativo rappresenta una diretta minaccia alla competitività italiana in Europa in un settore strategico per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Green Deal, ma anche – emerge nell’approfondimento sul gas da rinnovabili del settimanale – un’opportunità mancata per le imprese agricole, che potrebbero abbattere i loro costi di produzione aumentando la propria sostenibilità.

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