Convincente partenza della campagna 2020/21 per le mele italiane, con una produzione in linea ai quantitativi dello scorso anno e prezzi nettamente superiori a quelli iniziali della campagna 2019/2020 e di quella 2018/19.
Secondo Assomela si prevede un produzione nazionale di 2,1 milioni di tonnellate (+1% sullo scorso anno) accompagnata da un’eccellente qualità dellemele nelle diverse regioni produttive e calibri mediamente sostenuti per tutte le varietà, grazie al clima estivo non eccessivamente caldo che ha permesso un ottimale accrescimento dei frutti.
Per quanto riguarda il mercato all’origine, la carenza di frutta estiva (in particolare pesche e nettarine) ha favorito le vendite di mele anche in estate fino a esaurimento delle scorte residue della campagna precedente. Quindi, in agosto, le mele del nuovo raccolto hanno trovato un adeguato spazio sul mercato e sono state esitate sulla base di quotazioni che hanno mostrato una certa continuità con la conclusione della campagna 2019/2020.
Un ulteriore elemento che nei prossimi mesi potrebbe impattare positivamente sul mercato è la contrazione produttiva registrata in Francia (-18%) e Spagna (-27%) in quanto ciò potrebbe tradursi per i produttori italiani in maggiori esportazioni, in particolare per il prodotto di fascia qualitativa medio-alta.
A queste previsioni positive si aggiunge il rinvigorimento dei consumi domestici determinati in Italia e Europa dalla pandemia e porta a una maggiore soddisfazione per le aziende del comparto circa la situazione corrente e un certo ottimismo riguardo all’evoluzione dell’attività nel medio periodo (2-3 anni).
Tra le specie di frutta prodotte e consumate in Italia, le mele rivestono indubbiamente un ruolo di primo piano. La loro presenza sulle nostre tavole copre tutto l’anno grazie anche alle diverse varietà presenti nel paniere offerto – che va dalla precoce Gala alla tardiva Cripps Pink – e all’avanzata tecnologia delle celle frigorifere che consentono di preservare lungamente la qualità di questi frutti.
In termini di quantità, le mele rappresentano il 16% degli acquisti di frutta fresca degli italiani, inclusi gli agrumi, confermandosi così in prima posizione davanti a banane e pesche e nettarine con queste ultime che però beneficiano di un’offerta limitata ad alcuni mesi dell’anno.
In Italia, la coltivazione del melo raggiunge la sua massima espressione nelle regioni dell’arco alpino
La filiera produttiva è fortemente concentrata nel Nord Est del Paese con il Trentino-Alto Adige che vanta il 50% della superficie coltivata e il 68% della produzione. A seguire si piazzano Piemonte, Veneto e Emilia-Romagna che concentrano un altro 30% di superficie e produzione, anche se non mancano esempi di produzioni qualitativamente eccellenti in altre regioni come ad esempio in Campania con la mela annurca.
Fonte: Ismea